"Cara Unione,

da qualche tempo la laguna di Santa Gilla è nuovamente al centro di un conflitto tra coloro che vogliono realizzare un gassificatore (stoccaggio e trasformazione del gas liquido in metano, tra l'altro considerato ad alto rischio dalla 'direttiva Seveso'), e da coloro che ritengono che bisogna salvaguardare l'area in cui insistono, ancora, diverse attività di pesca, il villaggio pescatori e qualche esercizio balneare e di ristorazione.

Anche in questa occasione, diversi politici continuano in assenza di una seria programmazione di salvaguardia del sito lagunare, al fine di renderlo ecocompatibile, ha perorare un iter procedurale per la realizzazione di un impianto per la commercializzazione del gas metano, a due passi dal villaggio e dal centro abitato di Cagliari (vedasi Saras di Sarroch).

Da ragazzo, verso gli anni 60/70, ho visto la laguna aggredita da diversi interventi strutturali con lo stravolgimento del sistema lagunare che per tanti anni, nel bene e nel male, era fonte di ricchezza per la collettività cagliaritana e campidanese.

La pesca era una fonte di lavoro inesauribile, la laguna, prima privata e poi pubblica, consentiva di sfamare molte famiglie, senza sottacere che le spiagge di Giorgino erano frequentate dai cagliaritani e non solo, dando così il via alle prime attività di diversi stabilimenti balneari.

Un sito, dunque, che avrebbe dovuto avere i medesimi riconoscimenti di cui gode lo stagno di Molentargius.

E invece sono arrivati, nel tempo, diversi insediamenti: la Remosa, la Rumianca, l’agglomerato industriale di Macchiareddu, il termovalorizzatore, il porto canale (un grande flop), tiscali, etc. e di conseguenza i primi inquinamenti, la puzza, il deturpamento delle spiagge, un litorale che sino a Sarroch (Saras) è stato devastato.

In tutto ciò, solo qualche progetto per l'acquacoltura e lo stabulario per mitili e molluschi.

Ancora oggi, dunque, continua il depauperamento anziché una valorizzazione dello stagno di Santa Gilla.

Non da ultimo, occorre mantenere i vincoli ambientali e paesaggistici su tutto il compendio lagunare, significando che l’Amministrazione Comunale e Regionale meglio farebbero a non firmare alcun atto amministrativo che autorizzi la realizzazione di tali impianti e strutture.

Grazie dell'attenzione".

Roberto Porcu - Cagliari

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