Pubblichiamo oggi la lettera di un liceale cagliaritano, una riflessione sul commercio online e sulle ricadute, a suo avviso positive, per i consumatori.

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"Gentile redazione,

spesso sento anche miei coetanei lamentarsi, tra le orde di chi invece fa lo gnorri, circa l'apertura di nuovi grandi negozi nella nostra Isola. Chi a causa di ragioni (più o meno) accettabili, chi per affezione verso il negozietto di quartiere, ogni nuova edificazione di questo tipo appare osteggiata da detrattori vari.

Citiamo qualche esempio.

ORISTANO - A Oristano, cittadella campidanese di circa trentunmila abitanti, è tempo economicamente propizio: la ripresa dei consumi, anche da parte di noi ragazzi, ha incentivato numerosi imprenditori a investire ingenti capitali per l'apertura di nuovi (e mastodontici) negozi, poli commerciali e filiali di svariate GDO. E i piccoli cittadini della città della Ceramica si sono prontamente suddivisi in due fazioni: l'una che accusa ai grossi franchiser/monomarca di soffocare le piccole – medie attività commerciali, l'altra liberista che gioisce alla rottura di vetusti sistemi oligarchici/monopolistici.

Altri casi analoghi di diffidenza si sono verificati a Cagliari quando, all'inaugurazione di alcuni esercizi grossi, come grandi magazzini e centri commerciali, svariati adolescenti hanno denunciato, sui social quanto nei bar, un'insensata necessità di allargare l'offerta (a detta loro, e a onta di decine di business plans, non proporzionata alla domanda aggregata). Le grandi catene, usualmente nelle mani di facoltosi investitori e fondi di private equity, potrebbero economicamente e fisicamente sì schiacciare le classiche botteghe di quartiere, ma non è tutto così liscio e schematico.

CAGLIARI - Parliamo, nuovamente, di Cagliari. Nel capoluogo sardo, nonostante la presenza di quattro grossi centri commerciali, un grande magazzino italo thailandese (Rinascente), uno italiano (Coin), circa tre sedi del ricco gruppo iberico Inditex, alcune librerie nazionali, le attività di quartiere hanno saputo orgogliosamente fronteggiare la 'minaccia' troneggiante. Come sono riusciti a non farsi fagocitare dai potenti?

"Un buon imprenditore, onesto e bravo a far quadrare i conti, se ha una clientela profondamente fidelizzata al suo brand, sa benissimo che non perderà tanti consumatori anche all'apertura di trecento maxi mega attività", ci spiega F.A., studente di economia. Un commercio monopolistico, inoltre, danneggerebbe il consumatore: "I prezzi delle merci sarebbero alzati arbitrariamente senza alcuna tutela per il cliente. Evviva la concorrenza!".

I piccoli- medi imprenditori dei nostri giorni, dunque, devono sapersi adattare al cambiamento e proporsi continuamente nuovi obiettivi da perseguire in ambito lavorativo: il commercio, lo si è sempre saputo, è caduco e non monolitico, ma, se lo si conosce bene nei mille rivoli, può garantire più che discreti introiti ai suoi cultori.

Oggi la sfida nel campo delle vendite al dettaglio è sempre più bellicosa e i players sono numerosi: i negozi fisici, grandi o minuscoli che siano, debbono gareggiare anche con i colossi del web, che si servono talvolta di trucchi ambigui e impari per accaparrarsi la clientela. Ora come ora, i giganti degli acquisti online potrebbero facilmente sparecchiare la tavola: il 7 giugno 2018, l'ISTAT ha rilasciato le statistiche nazionali sulle vendite al dettaglio del mese di aprile 2018. A livello tendenziale, il valore di queste registra un'inflessione sia per la grande distribuzione (-6,1%) sia per le imprese aventi piccole superfici (-3,9%). Il commercio elettronico, a dispetto del generale trend negativo, aumenta del 16,2%: e, stando a quanto appurato dal sondaggio condotto da Survey Sampling International (SSI), in Italia sono più propensi all’acquisto online gli uomini tra i 35 e i 44 anni (annessi, quindi, i giovanissimi millenials).

I DATI IN SARDEGNA - Anche nella singola Sardegna, l'e – commerce è sulla cresta dell'onda: Confesercenti ha rilevato come nel 2017 le attività sarde che si occupano in qualche modo di commercio via internet siano arrivate a 750, con un incremento del 10,8% rispetto all'anno precedente. Parallelamente, il 59,1% dei sardi, nello stesso anno, ha fatto almeno un acquisto su Internet.

Nella lotta all'ultimo sconto tra i venditori, che siano veri o tra i byte, sembra triste dirlo, vige il detto: 'Tra i due litiganti, il terzo gode'.

E chi guadagna, nel senso materiale del termine, da questa selezione darwiniana è sempre il consumatore".

Alessio Cozzolino - Cagliari

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