“Cara Unione,

chi scrive è una donna sarda emigrata, da molti anni, sul continente.

Da anni continuo a leggere dello stato disastroso in cui versa l’ospedale San Francesco di Nuoro e dell’assoluta immobilità in questo senso della Regione.

La bomba è scoppiata con la pandemia legata al Covid-19 quando ci si è resi conto che, il presidio ospedaliero nuorese,era del tutto impreparato, disorganizzato e con altissime carenze di personale per gestire non solo l’emergenza pandemica, ma per continuare a garantire il diritto alla salute degli altri malati.

Il problema arriva sicuramente da lontano: l’ospedale San Francesco è stato ‘svuotato’ negli anni di competenze e di personale e anche dei reparti, fiori all’occhiello della sanità nuorese, rimane ben poco.

Ora io mi chiedo: dove sono medici, infermieri, OSS che nei mesi scorsi la Regione aveva promesso sarebbero arrivati al nosocomio nuorese? Dove è l’impegno concreto che era stato garantito per tutto il sistema sanitario nuorese? Pare non ve ne sia traccia.

Ho il terrore che qualcuno dei miei parenti, amici e conoscenti si ammali, perché all’ospedale San Francesco di Nuoro il diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, non è più garantito.

Tutte le volte che rientro sul continente ringrazio Dio perché, se mai mi dovesse succedere qualcosa, sono sicura che verrò curata nell’ospedale della città in cui vivo e non a 200 km distanza, che non dovrò passare ore ed ore dentro un’ambulanza o su una barella del pronto soccorso e che non dovrò avere paura di morire.

Cosa deve succedere perché si faccia davvero qualcosa? Cosa dobbiamo ancora vedere, ascoltare, leggere perché chi di dovere si renda finalmente conto che la situazione non è più sostenibile e che il diritto alla salute è pubblico, di tutti e non solo di chi si può permettere una sanità privata a pagamento?

L’Ospedale San Francesco tornerà quello di una volta o tutto questo stallo e silenzio è il preludio ad uno smantellamento definitivo?

Mi auguro e spero di venire presto smentita dai fatti.

Cordiali saluti”.

E.S.

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