"Gentile redazione,

la chiesa ha chiuso il summit sulla pedofilia. All'incontro sono state spese parole forti a condanna degli abusi in difesa delle vittime. Eppure quella che, secondo gli studi e soprattutto le testimonianze degli abusati, è apparsa come una delle componenti decisive all'origine degli abusi stessi (anzi, la causa primaria) non è stata nemmeno accennata.

L'innominabile termine che non è mai stato citato è omosessualità. Omissione che ha inficiato alla radice la discussione dell'incontro mondiale. Per supplire alle mancate accuse all'unico indiziato, sul banco degli imputati è stata messa una realtà sfuggente ed indefinibile: il clericalismo.

Nonostante nell'accezione comune il clericalismo è definito un tipo di ideologia che rivendica la possibilità di intervento da parte della Chiesa nella politica e negli affari di uno Stato, i relatori che si sono succeduti hanno fatto coincidere il clericalismo con l'abuso di potere. In sostanza, hanno fatto credere che l'abuso sorge quando il prete per qualche ragione si sente superiore agli altri ed è distante dal popolo. Ipotesi a dire poco ridicola. Il depistamento ha raggiunto l'apice quando a Blaise Cupich (arcivescovo di Chicago e membro del comitato che ha organizzato il summit) è stato fatto presente che oltre l'80% delle vittime di abusi nella Chiesa sono teenager maschi. Cupich ha dato la sconcertante risposta che "l'omosessualità di per sé non è una causa, gli abusi sono spesso una questione di opportunità, di occasione, hanno a che fare con un basso livello di istruzione". Infine, ciliegina sulla torta, ad ulteriore riprova che il summit doveva lasciare le cose nel limbo indistino, cioè senza colpe e (soprattutto) colpevoli, è stata posta dal cardinale arcivescovo di Monaco di Baviera, Reinhard Marx . L'alto prelato ha dichiarato che "i dossier che avrebbero potuto documentare i terribili atti e indicare il nome dei responsabili sono stati distrutti o nemmeno creati". Insomma, un summit su cui si è molto parlato di niente, un argomento di cui relatori conoscevano tutto. Stiamo sereni, non è successo nulla".

Gianni Toffali - Verona

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"Gentile redazione,

si è discusso molto in questi giorni delle iniziative poste in essere dal Papa per affrontare il problema, direi la terribile piaga, della pedofilia nella Chiesa. Non è stato molto chiaro quale sia stato l'epilogo dell'ultimo incontro voluto da Francesco a Roma con vescovi da tutto il mondo, per definire e affermare la linea da tenere con chi si macchia di questo crimine che è l'abuso sessuale sui bambini. È molto chiara invece la posizione del Pontefice, che però non sarà mai sufficiente ad arginare il fenomeno finché, a mio parere, non sarà affrontato un altro grande tema: il celibato dei prelati.

Non se ne parla, ma potrebbe risiedere proprio lì il nodo della pedofilia. Non nell'omosessualità dei preti, come spesso si pensa e si dice, per quanto possa anche capitare che un prete pedofilo sia omosessuale o un omosessuale sia anche pedofilo. Ma non è, non può essere questa la causa principale per chi commette l'aberrante crimine su minori.

Chi abusa, nella Chiesa e fuori, può benissimo essere etero con problemi che vanno oltre l'orientamento sessuale e trova nei minori, spesso indifesi, fragili, provenienti da situazioni di disagio e facilmente circuibili il 'soggetto' adatto per dare sfogo ai propri bassi istinti.

Pertanto non sarebbe affatto da associare l'omosessualità agli abusi sui minori in nessun caso. Le violenze sono sempre e comunque deprecabili a prescindere da chi le compia, e quando a compierle è un prete è semmai un'aggravante in una già gravissima situazione.

Per questo penso che il celibato, come anche il nubilato (perché anche i casi di abusi tra le suore non sono rari), debbano essere aboliti dalla Chiesa e debba essere lasciata ai religiosi la stessa possibilità di scegliere che hanno tutti gli uomini e le donne sulla faccia della terra".

Mariangela Frigau - Pistoia

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