Gairo Vecchio è uno dei borghi fantasma più conosciuti in SardegnaLa sua storia è insita nel significato della parola Gairo, che pare sia “terra che scorre”. 

La triste storia di Gairo Vecchio

A causa dell’instabilità del suolo su cui sorgeva Gairo prima dell’alluvione, già a fine Ottocento violenti nubifragi provocarono frane e smottamenti. Ma furono devastanti gli effetti della terribile alluvione che colpì la Sardegna nel 1951. Le cronache raccontano di cinque giorni di piogge e vento incessanti che fecero diversi morti nell’alluvione in tutta l’Ogliastra e non solo, e resero il nucleo originario di Gairo non sicuro. Le vie si trasformarono in impetuosi torrenti facendo ”scivolare” drammaticamente il terreno verso valle. Il borgo fu progressivamente abbandonato. Gli abitanti di Gairo Vecchio si divisero tra la “nuova” Gairo, ossia l’attuale Gairo Sant’Elena, costruita varie decine di metri più a monte; un villaggio a pochi chilometri di distanza immerso nel verde, cioè la frazione di Gairo Taquisara; e una borgata molto più a valle che prese il nome di Cardedu, poi divenuto Comune autonomo, nato ex novo nella piana a pochi passi dalle splendide spiagge delle marine della stessa Cardedu e di Gairo.


Come raggiungere Gairo Vecchio: il borgo dimenticato

Dove si trova Gairo Vecchio? Per raggiungere il paese abbandonato, da Osini procedere per circa 5 km e svoltare sulla destra per Gairo Vecchio. Da Lanusei o Villanova Strisaili, raggiungere Gairo Sant’Elena e seguire le indicazioni per il vecchio centro, situato pochi metri più avanti.


Cosa vedere a Gairo Vecchio: tra architettura e natura

Oggi di Gairo vecchia sono sopravvissuti i ruderi degli edifici rimasti tenacemente aggrappati alla roccia del monte Trunconi, che domina sulla valle del rio Pardu, tra viuzze in terra battuta e in selciato collegate da scalette e viottoli inclinati. Le costruzioni del borgo fantasma sono realizzate in granito e scisto, legati da fango o malta di calce e sabbia. La calce era prodotta in un forno attivo fino a pochi decenni fa, situato dove poi è sorta la frazione Taquisara. Alcune palazzine avevano tre o quattro piani, oggi in alcune facciate resistono ancora i balconcini in ferro battuto. La vegetazione si fa strada tra le rovine, riappropriandosi di spazi che un tempo le appartenevano. Di tanto in tanto sbucano anche degli orti.

Il futuro di Gairo Vecchio

Da tempo si sta tentando di dare nuova vita al vecchio borgo. Per impulso del sindaco Sergio Lorrai il Comune ha partecipato anche a un bando a livello regionale per la sua rigenerazione architettonica, culturale, sociale ed economica.

(Unioneonline)

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