Come si "nutre" un buco nero? A questa domanda non è semplice dare una risposta, ma oggi gli astronomi hanno comunicato di esser riusciti a riprendere una stella mentre viene risucchiata da un buco nero. Appena un anno fa si è ripreso per la prima volta un buco nero, ma questi affascinanti oggetti di cui tanto si parla sono in realtà molto difficili da osservare e alcune delle loro caratteristiche le abbiamo scoperte solo tramite effetti indiretti.

Gli astronomi europei dell'ESO (Osservatorio Europeo dell'emisfero australe), in collaborazione con astronomi di tutto il mondo, utilizzando diversi telescopi, hanno osservato un'esplosione proveniente da AT2019qiz, un buco nero supermassiccio presente in una galassia distante circa 200 milioni di anni luce dalla Terra.

Secondo gli astronomi, la potente emissione di luce, osservata circa un anno fa, sarebbe dovuta alla materia strappata a filamenti dal buco nero ad una stella vicina. L'effetto di distruzione mareale che esercita il buco nero sulla stella, causa nei fatti la "spaghettificazione" della stella stessa, un effetto previsto dai modelli che cercano di riprodurre il comportamento dei buchi neri.

Secondo gli astronomi la stella, grande quanto il Sole, avrebbe già perso metà della sua massa accrescendo il gigantesco buco nero, che si stima essere un milione di volte più massiccio. Questa scoperta getta una "luce" sul modo in cui i buchi neri accrescono le loro dimensioni.

Il nuovo telescopio europeo ELT (Extreme Large Telescope) del diametro di 39 metri, in costruzione nelle Ande cilene, potrà aiutarci a capir meglio cosa accade vicino a questo buco nero supermassiccio, permettendoci di osservare alcuni degli effetti previsti dalla relatività generale di Einstein, dovuti alla deformazione dello spazio tempo causata dal buco nero AT2019qiz.
© Riproduzione riservata