Curiosità dallo spazio: nel nostro sistema solare un asteroide chiamato “Sardegna”
Scoperto nel 1999 dal professore e astrofilo svizzero Stefano Sposetti: «Un omaggio all’Isola»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il suo diametro è di circa 5 chilometri e da 4 milioni di anni fa parte del nostro sistema solare. È stato scoperto e osservato nel 1999 dall’astrofilo e docente di fisica svizzero Stefano Sposetti che, da sempre legato alla Sardegna, ha deciso di battezzare l’asteroide proprio con il nome della terra dei nuraghi. Così quel puntino luminoso tra le polveri spaziali è diventato un insolito ambasciatore dell’Isola tra le stelle. «È lì da sempre, e come la Sardegna ha alle spalle una storia antica, che si perde nel tempo. La scelta del nome non è stata difficile», spiega il professore.
Ma che cosa sono gli asteroidi? «Si tratta di corpi minori, oggetti di roccia – continua Sposetti –. Vicino al sole se ne contano “pochi”, poi i numeri aumentano tra l’orbita di Marte e Giove. I più grandi hanno un diametro anche di 100 chilometri, altri sono più piccoli», un po’ come il “nostro”. L’iter per dar loro un nome, dopo l’entusiasmo della scoperta, passa per delle tappe obbligate che richiedono tempo. «Bisogna innanzitutto aspettare un anno per rivederli in cielo e fare le dovute misure di posizione», aggiunge l’astrofilo, che dagli Novanta a oggi ne ha individuato circa 167. Poi il testimone passa al Minor Planet Center, l’organizzazione incaricata dall'Unione Astronomica Internazionale della gestione del database sui dati osservativi dei corpi minori del Sistema solare. Da prassi «lo scopritore ha la possibilità di dare un nome all’asteroide. Io al tempo scelsi Sardegna perché ormai da 30 anni passo le mie vacanze nell’Isola, un posto meraviglioso al quale sono molto legato».
E anche se questi corpi celesti – di solito – si possono osservare solo con il telescopio, «i più grandi sono apprezzabili anche a occhio nudo. Sono dei puntini luminosi, molto piccoli, e il loro andamento nel cielo è regolare». Nulla a che fare con i più comuni “Starlink”, che ogni notte fanno capolino sopra le nostre teste, popolando la volta celeste con il loro moto lineare. L’Isola tra l’altro – come sottolinea il professore – è un luogo perfetto per chi ama lo spazio: basta alzare gli occhi e osservare il cielo notturno per restare affascinati da uno spettacolo senza tempo. «È sorprendente rendersi conto di quante stelle – senza l’inquinamento luminoso dei centri abitati e delle città più grandi – siano visibili in cielo. È uno spettacolo straordinario».