Oggi dopo lunga malattia è morto Piero Demuro, ex calciatore del Luras e del Porto Torres dei tempi migliori, uno dei calciatori più amati di sempre dal pubblico rossoblù.

Aveva 67 anni ed era da qualche anno in pensione, dopo tanti anni di lavoro come metalmeccanico nella zona industriale di Porto Torres. Piero Demuro si trasferì nella città turritana poco più che ventenne, proveniente dai bianconeri del Luras, paese in cui era nato e cresciuto, chiamato da tutti col nomignolo "Checcheddu".

Piero di quella squadra era uno degli alfieri. Fisico minuto, tutto nervi, velocissimo, era un grande combattente, uno che non mollava mai e che da centrocampista segnava pure parecchie reti. Il suo talento non sfuggì ai dirigenti del Porto Torres (allora una delle squadre più forti dell'Isola), che nel 1976 lo prese tra le sue fila.

Piero Demuro (foto concessa dalla famiglia)
Piero Demuro (foto concessa dalla famiglia)
Piero Demuro (foto concessa dalla famiglia)

Piero Demuro con i rossoblù disputò annate straordinarie, anima di ogni centrocampo. Per il suo modo di giocare venne chiamato dai tifosi "Trottolino", affettuoso nomignolo che gli restò appiccicato tutta la vita. Fu uno dei protagonisti, il 23 maggio 1978, dello storico spareggio di Nuoro contro il Carbonia, valido per il passaggio in serie D e perso dal Porto Torres alla monetina, dopo che la partita era finita 1-1.

La foto di Piero Demuro piangente a fine gara, consolato da un fotografo, fece epoca. Piero Demuro fu protagonista anche negli anni 80, anche in serie D, in un Porto Torres ancora sulla cresta dell'onda che schierava Biondi, Bagnoli, Coghene, Valente e Leggeri. Demuro ha retto sempre il confronto: altri tecnicamente forse sono stati più bravi di lui, in pochi però hanno avuto il suo rendimento e l'attaccamento alla maglia rossoblù. Per questo Piero Demuro era così amato.

Dopo l'abbandono del calcio, l'ex centrocampista si è dedicato interamente al lavoro, anche se ha avuto brevi esperienze come allenatore. Ha imparato in fretta il mestiere di tubista, poi tanti anni apprezzato capo squadra e capo cantiere, quasi sempre alla centrale di Fiume Santo o al petrolchimico di Porto Torres. Nemmeno il tempo di godersi la pensione e per Piero è arrivata la terribile malattia, che alla fine ha prevalso su di lui. Piero Demuro lascia la moglie Graziella e 3 figlie: Gemma, Alessandra e Luana. Il grande Trottolino rimarrà però per sempre nel cuore dei turritani, dei luresi e di tutti i sardi che hanno amato il calcio genuino e i valori una volta.
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