La sua Lazio quest'anno stava entusiasmando i tifosi e volando in campionato, seconda in classifica a un passo dalla Juventus capolista. Comprensibile che Claudio Lotito voglia a tutti i costi che la stagione ricominci, e per questo vorrebbe che i suoi si allenassero.

Cosa resa impossibile dall'ultimo decreto del governo che ha stabilito lo stop a tutte le attività degli atleti professionisti, "onde evitare che delle società sportive possano pretendere l'esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento" aveva detto il premier Conte, con riferimento - tra gli altri - proprio al patron biancoceleste.

Lotito oggi, intervistato dalla radio del club laziale, ha detto, a proposito delle polemiche che lo hanno investito prima che il decreto ponesse fine a tutto: "Ho sempre sostenuto che tutte le attività lavoratove possano essere espletate se rispettano le norme di sicurezza e sono autorizzate dai Prefetti: non capivo perché un atleta non potesse svolgere la propria attività, che non deve essere considerata ludica".

"Nessuno - ha precisato - vuole prendere sotto gamba la salute di cittadini e atleti. Formello è stato sanificato, abbiamo fatto la nebulizzazione del perossido di idrogeno che consente di evitare il contagio di qualsiasi natura. In un contesto così, con tutti i controlli, non ho mai capito perché i giocatori non si siano potuti allenare. Secondo me lo possono fare, nessuno rischia la salute. Siamo rispettosi delle regole ma in questo contesto non c'è una validazione scientifica che impedisca ai giocatori di allenarsi. O meglio, adesso sono impedite le sedute, ma nel precedente decreto no".

"L'allenamento - osserva Lotito - è un atto lavorativo. Perché se lavorano nelle fabbriche, un calciatore non può svolgere il proprio compito in condizione di totale sicurezza".

L'augurio è che "la situazione migliori, e mi aspetto che presto si torni in campo, sempre nel massimo rispetto dei protocolli".
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