"Staccarmi dalla Roma? Oggi potevo anche morire, era meglio".

Queste le parole di Francesco Totti durante la conferenza stampa nella quale ha ufficializzato l'addio alla società dopo trent'anni di onorato servizio, come giocatore prima e come dirigente poi.

Nell'occasione, l'ex capitano giallorosso non ha mancato di attaccare il presidente James Pallotta, accusandolo di voler far fuori l'anima "romana" del club: "Volevano mandarci via e ci sono riusciti. Se lascio non è colpa mia, tornerò quando ci sarà una nuova proprietà: è solo un arrivederci".

Il campione del mondo 2006 ha dato motivazioni precise dopo 30 anni con la stessa casacca: "Ho sempre messo la società davanti a tutto, ma non ci siamo mai trovati perché mi tenevano fuori da tutto e dalle scelte importanti. L'amore che ho per questi colori è talmente grande che non potrà mai finire. Tutti sanno che hanno voluto le mie dimissioni perché credo che un presidente debba stare sul posto non dall'altra parte del mondo. Volevo dare delle opinioni tecniche, perché credo di capirne qualcosa, ma non hanno voluto".

Insomma un fiume in piena. "Er pupone" si è tolto tutti i sassolini dalla scarpa: "L'unico allenatore che ho sentito è stato Ranieri e ha subito accettato, Conte voleva fare la rivoluzione. De Rossi? Avevo chiesto ai dirigenti di prendere una decisione subito su di lui e invece hanno temporeggiato. A Roma le cose si fanno subito e serve uno che prende decisioni. Non dieci", ha concluso.

Quanto al futuro, "ho delle offerte, vedremo", ha spiegato Francesco, confermando di non avere alcuna intenzione di rinunciare alla carriera dirigenziale.

(Unioneonline/M)
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