In questo periodo sospendiamo l'oroscopo. Dal 28 stiamo cercando di sostituirlo con un piccolo diario di una giornata tipo in casa, ai tempi del coronavirus, per continuare a trovarci col consueto appuntamento del mattino.

Chi volesse intervenire può scrivere a redazioneweb@unionesarda.it indicando nell'oggetto "Oroscopo"

***

La telefonata

Squilla il telefono ed è uno di Bergamo che chiama uno di Milano. Due colleghi di lavoro in smart working.

“Come va, tutto bene?”.

“A casa tutto bene, per ora l’abbiamo scampata. E voi?”

“Anche noi, per ora, ma qui è il terrore, si ha paura di uscire”.

“Da me nessuno può uscire di casa: mia moglie ha chiuso la porta d’ingresso con la seconda chiave che ha solo lei. Mi ha minacciato di denunciarmi se esco senza motivo. Fare la spesa per lei non lo è”.

“E senza spesa come si fa?”

“Trova sempre qualcosa da inventarsi con quel che c’è nella dispensa, diamo fondo a ciò che è nel freezer e poi si vedrà. Lei non esce mai, ha il terrore. Dice che Milano così non la riconosce. Dopo la mezzanotte va alla ricerca di uno slot disponibile per la consegna della spesa a domicilio, ma si è registrata credo in dieci siti diversi e ancora non ne ha beccato uno. Ha le liste registrate ovunque, ma di consegne non se ne parla”.

“Quindi siete senza cibo?”

“Quello no, ma in due settimane sarò uscito 5 minuti a prendere il necessario, latte, frutta e verdura. Un negozio sotto casa. Poi basta. Adesso siamo in attesa del fruttivendolo che le ha passato la consuocera, lavora con whatsapp. Pare che tra due giorni faccia la consegna. Sono certo che ha ordinato un quintale di roba per non dover uscire fino a giugno. Si porta avanti con i decreti Conte. E tu come sei messo?”

“Qui si convive con un clima irrespirabile. Credo sia peggio che a Milano, anche se in questi ultimi giorni la morsa sembra allentarsi. Sai da cosa me ne accorgo?”

“Immagino dai dati della Protezione civile”.

“No, dalle sirene delle ambulanze e dalle campane a morto”.

Silenzio. Ma non è caduta la linea.

“Fa impressione vero?, è una tragedia. Tutto il giorno non sentivi altro che sirene, a tutte le ore dalla mattina alla sera e la notte, a squarciare il silenzio. Ti passa la voglia di pensare ad altro, fatico anche a concentrarmi sul lavoro. In questi due-tre giorni sono un po’ diminuite, forse ci sono meno urgenze... o forse non si arriva in tempo a prenderle...”

“Qui invece le ambulanze sono state poche fino a una settimana fa, adesso se ne sentono un po'... Ma so che molte persone non chiamano nemmeno più e si chiudono in casa in attesa... Muoiono in silenzio, senza alcun conforto”.

“Chissà. Qui invece si è perso il conto di quelli che non si sa dove siano stati portati. E chissà se poi torneranno in qualche modo”.

“Speriamo finisca presto e bene per tutti”.

“Speriamo. Ciao”.

“Ciao”.

#iorestoacasa

© Riproduzione riservata