«Ho rotto il “Silenzio artificiale”»: Luna Melis è tornata per Natale
Dopo «un lungo viaggio, tra i più intensi della mia vita» Luneddu rinasce: «Finalmente ho trovato la mia direzione»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo «un lungo viaggio, tra i più intensi della mia vita» Luneddu è tornata. Luna Melis, la cantante e rapper di Uta sbocciata a soli sedici anni a X Factor, rinasce oggi con “Silenzio artificiale”: un brano intimo che parla di aspettative, inadeguatezze, bugie e strade buie. Prodotto da FIFexclamation e Giorgio Guiducci, scritto da Luna, Mezzi Termini e Frero e distribuito da Altafonte, è il frutto di «un periodo di rivoluzione», racconta a un anno dal suo ultimo singolo, “Rip”.
Da dove nasce “Silenzio artificiale”?
«Da diversi mesi di silenzio, appunto, un tempo prezioso per ritrovare cose di me che credevo perdute anche a livello artistico».
Affronta temi importanti, fragilità e dolore: è stato difficile scriverlo?
«Sì, perché mi tocca nel profondo. Parla dell’ansia di non trovare una strada nella vita, dei mille dubbi, delle paranoie che assillano ognuno di noi, non solo gli adolescenti ma anche gli adulti. Di quando pensiamo che tutto sta andando bene e poi improvvisamente ci fermiamo a chiederci: “Ma non sarà un’illusione? Starò davvero facendo qualcosa di buono”?».
Lei come ne è uscita?
«Oggi mi sento viva e vera: sono sul punto di trovare una direzione che mi rappresenta al cento per cento. Magari il pubblico non se ne accorgerà da un solo pezzo ma sono certa che più avanti avrò modo di dimostrarlo».
Sui social ha raccontato che questa canzone è stata scartata a Sanremo Giovani.
«È stata una bella batosta ma, si sa, quelli sono contesti difficili. Dopo due-tre giorni di “lutto” mi sono ripresa alla grande».
Sette anni fa l’esordio a X Factor. Cosa è successo da allora a oggi?
«Montagne russe: caduta, risalita, caduta, risalita. Sono stati anni complicati, ho perso delle persone dal punto di vista professionale, ne ho trovate delle altre. A diciotto anni poi, quando stavo per raccogliere i frutti del mio lavoro, è arrivato il Covid ed è stato devastante. Credo abbia influito quasi totalmente sulla mia discesa. Ma non mi posso lamentare: dopo la pandemia ho scritto belle canzoni e neanche due mesi fa ho cantato la sigla di una serie fantasy, Unicorn Academy».
Prossimi progetti?
«Tra poco uscirà musica nuova, già a febbraio/marzo 2026, e in programma c’è un featuring ma non posso ancora dirvi con chi. L’intenzione è pubblicare tanti singoli, mi sento aperta a esperienze inedite».
Ha visto quest’anno X Factor?
«Certo, lo guardo sempre. E poi non potevo che tifare per eroCaddeo: avrei voluto che vincesse ma meglio per lui, forse è un po’ una maledizione».
Che consigli darebbe a chi è appena uscito da un talent?
«Quando le luci si spengono la bolla è enorme, poi piano piano va a scemare. È una dinamica normalissima, anche se io all’epoca non lo avevo capito. Quindi il mio consiglio è: non lasciarsi spaventare. L’importante è riuscire a trovare la propria personalità».
Forse a sedici anni era troppo giovane?
«Non sono una persona che rimugina su queste cose. Se sono chi sono è per tutto il percorso fatto finora: non rimpiango nulla, sono felice così».
