Non leggerete, qui sotto, un'intervista a una ragazza cagliaritana che ha cominciato a lavorare nel cinema. Non "dentro" un cinema, ma all'interno di quello che negli smartphone, nei tablet, nei pc e nelle tv dove il web cammina, oggi si chiama cinema. No, non leggerete domande e risposte che tutti già conoscete, perché un'intervista a una ragazza cagliaritana che ha cominciato a lavorare nel cinema ha un costo. Tranquilli, meno di mille euro. La nuova frontiera del giornalismo. Molto nuova. Neanche il black friday ci è venuto incontro.

Andiamo avanti senza, cercando di capire perché ci sono poco meno di 150 mila persone che seguono 24 su 24 l'esistenza luccicante di una bella ragazza, che del cinema ha scelto il lato più rosso, più erotico, se l'erotismo è qualcosa che ancora esiste dentro un video hard. Ma non dei video dozzinali. Roba di un certo peso, dei "corti" molto affollati, con registi affermati, un genere che ha una diffusione straordinaria grazie proprio all'immediatezza dei mezzi e al tema. Lei si chiama Martina Smeraldi, se siete qui la conoscete e un vostro amico, o amica, vi ha girato su whatsapp un video o qualcosa di simile. Se così non è, vivete una esistenza parallela, tipo Area 51, e c'è qualcuno che vi studia. Ci sono youtuber che hanno un milione di seguaci (gente che non sa che fare e guarda altri mentre vivono), quei seguaci che si chiamano followers e sono capaci per settimane, mesi, di guardare uno mentre mangia. Mentre corre. Mentre si passa la crema sulle gambe o ci informa che andrà a comprarsi delle scarpe. Sono i nuovi mestieri, come influencer o food blogger o youtuber che è più comodo, perché fai quello che credi e speri che agli altri interessi, sono la realtà. Ci stiamo sbattendo la faccia. Date uno sguardo ai vostri figli, ai vostri amici un po' più giovani, guardate dentro la vostra vita e capirete in un istante. In un Paese dove tanta, tantissima gente studia, si specializza, tira avanti, lavora con tonnellate di etica da smaltire, approfondisce, viaggia e si informa, in questo Paese così laborioso c'è anche chi fa altro. Ed è anche bravo, per questo guadagna. Una delle ultime folgorazioni prese dalla società degli smartphone è per Martina Smeraldi, neo diciottenne, figlia di una Cagliari seria e laboriosa, con i biografi ufficiali che ne hanno segnalato su diverse pagine di Facebook il difficile percorso familiare (che rispettiamo), lanciata da un pimpante e sornione Rocco Siffredi dall'anonimato alla Nazionale. Se Roberto Mancini pensa al romanista Zaniolo e dal liceo lo porta in azzurro, pensando ai Mondiali, anche un ct venerato come Siffredi (la stessa età di Mancini, è un caso?) schiera subito una punta esordiente in prima squadra. E lei - straordinario esempio di giovane influencer che ce l'ha fatta - ricambia con un'attività social da paura, prove di alto livello, coraggio e simpatia, nessun timore reverenziale quando Siffredi la contrappone a un'altra femmina del centro sud ormai icona dell'hard, la pugliese Malena. Cagliari c'è, insomma, anche in un terreno scivoloso e difficile da percorrere come il cinema hard, dove gli Oscar hanno la forma di un membro maschile e basta così. La Smeraldi - nome d'arte - è indubbiamente abile. Spregiudicata? Disinibita? No, non usiamo un linguaggio vecchio come il Commodore 64. Questa ragazza mora, formosa ma non troppo, di una normalità che abbaglia perché potrebbe essere chiunque, gioca in Nazionale perché si prende la scena. Ha afferrato subito il suo spazio e sarà difficile scalzarla dal tronetto dove un ex attore, oggi regista e produttore come Siffredi, l'ha sistemata. Di lei, Rocco sottolinea "la bravura, l'abilità nell'imparare in fretta". Un XFactor casteddaio che porta successo, soldi (forse), un manager che fiuta l'affare e correttamente (...) ci marcia, un'affermazione sociale che non richiede giudizi. I riflettori che incontrano l'esibizionismo più estremo, miscela al tritolo. Non è il canto, non è la recitazione, non è un valore sportivo che Martina porta in giro, ma qualcosa che abitualmente è intimo e che tutti invece qui possono vedere, rivedere, sezionare, divorare e - qui sta il rischio - emulare goffamente.

La fama raggiunta grazie al sesso, la gloria - del web - ottenuta scarnificando il piacere e trasformandolo in altro, in un prodotto per teen ager ormonali, è un valore, oggi. Che piaccia o no. Ci sono decine di migliaia di ragazze, non solo cagliaritane come lei, che hanno metabolizzato che questa è una delle tante strade per evitare la noiosa e durissima strada del liceo, o dell'Università, e "arrivare". La generazione X (quella di XFactor, o magari della tripla x) stritolata dai cellulari senza filtri, divora il fenomeno Smeraldi e lo irradia. E lei, Martina, vola sul missile che la porta alla Fama. Fenomenologia Smeraldi, il nostro tempo oggi è così.
© Riproduzione riservata