Fumettista e romanziere, ma anche sceneggiatore e saggista, il cagliaritano Igor Tuveri in arte Igort, artista a tutto tondo, debutta a 60 anni con la prima regia per il cinema.

"5 è il numero perfetto", dal suo celebre bestseller, è l'unico film italiano in concorso alla 16esima edizione delle Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia, in programma dal 28 agosto al 7 settembre.

L'autore ha adattato la graphic novel pubblicata 17 anni fa, e il film - in sala dal 29 agosto distribuito da 01 - è un noir pulp, un affresco napoletano ambientato all'inizio degli anni Settanta, ma è anche una storia di amicizia, vendetta e tradimento, di una seconda opportunità e di una rinascita.

Protagonista è Peppino Lo Cicero, interpretato da un irriconoscibile Toni Servillo. Un guappo e sicario in pensione che l'improvvisa morte del figlio riporta al centro della scena criminale. Apre la scatola bianca in cui riponeva la pistola e torna torna in azione, pronto a chiudere tutti i conti perché "sangue chiama sangue".

Al suo fianco la dark lady Rita, interpretata da Valeria Golino, e l'amico e complice di tutta una vita, Toto o' macellaio alias Carlo Buccirosso.

"Per me '5 è il numero perfetto' non è solo una storia noir - spiega Igort -. È la storia di una sete di potere che porta a calpestare sentimenti antichi, ma è anche la storia di un'attesa, quella di Rita, e di una caparbia visione del mondo. È la storia di una rinascita al di fuori di quella città magica e brutale, poetica e violenta, nella quale genio e miseria convivono in quell'equilibrio così ben evocato dai più grandi narratori partenopei".

Il debutto da regista per Tuveri è "la nuova frontiera, una sfida che completa le mie altre attività di narratore e musicista, che unisce nella visione l'ipotesi di una drammaturgia di attori, di movimenti, di luci e di suoni". ConToni Servillo, con cui è cresciuto, "un sodalizio artistico e amicale attraverso una comune visione non naturalistica, ma lievemente 'visionaria' di Napoli, distante dalla Napoli oleografica e codificata. Cercavo una Napoli diversa dall'immagine classica, volevo una città notturna, piovosa, metafisica. Deserta".

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(Unioneonline/v.l.)
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