In due occhi di un azzurro profondo profondo, si nasconde tutta la forza necessaria per cambiare le regole di un mondo difficile nel quale il diverso è deriso e per avvicinarsi un passo di più verso il vuoto, sfidando la gravità con le orecchie ben tese.

Tim Burton, dopo la fortunata saga di "Alice in Wonderland", si cimenta ancora una volta con una trasposizione disneyana in live action, guardando alla goffa delicatezza dell'intramontabile classico del '41 "Dumbo".

Nel film, in uscita questo weekend, Burton mette da parte il grottesco e i chiaroscuri tormentati tipici della sua poetica, per ricercare un'edificante semplicità narrativa e una purezza sentimentale coinvolgente e senza età, priva di ombre e retrogusti amari. Nel cast, che vede tra i protagonisti Colin Farrell, anche tanti interpreti burtoniani come Eva Green, Danny DeVito e Michael Keaton.

Il geniale regista riceverà stasera il David speciale alla Carriera.

Un'immagine dal film (foto @Disney)
Un'immagine dal film (foto @Disney)
Un'immagine dal film (foto @Disney)

Burton, rispetto all'originale, nel suo "Dumbo" la componente umana è molto importante.

"Lo script mi ha conquistato proprio perché la storia del reduce di guerra Holt e dei sui due figli Milly e Joe crescesse parallelamente a quella di Dumbo. C'erano dei forti legami tra l'animale e l'umano: la famiglia nelle sue forme più diverse, ma anche quel senso di disorientamento dovuto alla perdita e all'assenza di un qualcosa".

"Dumbo": amatissimo, ma anche discusso. Come ha tratto le parti più delicate?

"I sottotesti razziali legati ai corvi o all'ubriachezza dell'elefantino erano lo specchio dell'epoca nella quale il film è stato realizzato e sono elementi che rendono il cartone oggi un po' datato. Io ho puntato al cuore del cartone, alla sua immediatezza e a un elefantino che trasforma una debolezza in un qualcosa di bello".

Un'altra splendida immagine del film di Burton (foto @Disney)
Un'altra splendida immagine del film di Burton (foto @Disney)
Un'altra splendida immagine del film di Burton (foto @Disney)

La forza del protagonista è racchiusa nei suoi occhi azzurri. È stato complesso raggiungere questo risultato visivo?

"Volevo essere sicuro apparisse candido e semplice, così sono andato alla ricerca di una forma pura in un mondo così caotico e gli occhi sono lo strumento migliore per esprimere le emozioni dei personaggi: in particolare di quelli che non parlano. Abbiamo speso molto tempo per far sì che lo sguardo del nostro protagonista generasse la giusta risposta emotiva".

Il film nasconde una forte critica al circo nel quale si esibiscono animali.

"In realtà non è un mondo che mi piace. I clown mi hanno sempre terrorizzato e non ho mai amato veder gli animali sfruttati per l'intrattenimento. Una creatura selvatica non dovrebbe essere costretta a fare cose al di là della sua natura".

Nella sua biografia ha scritto: "Io e la Disney non ci siamo mai capiti". Come è cambiato il vostro rapporto?

"Alla Disney devo tanto. Ho iniziato la mia carriera lì ed è come una famiglia. Proprio per questo è naturale che in un rapporto come il nostro ci siano dei momenti belli e dei momenti brutti. La vita è così. Voi amate la vostra famiglia costantemente? Credo proprio di no".

Tim Burton durante le riprese (foto @Disney)
Tim Burton durante le riprese (foto @Disney)
Tim Burton durante le riprese (foto @Disney)

Il concetto di famiglia ritorna. Per questo ha scelto un cast di volti a lei cari?

"Era importante per me realizzare questo film con interpreti che conoscevo bene e che in un certo senso considero la mia famiglia. Michael Keaton, Danny DeVito, Eva Green: è una fortuna riuscire a lavorare con persone che amo così tanto".

Stasera riceverà il David alla Carriera. Cosa rappresenta questo premio per lei?

"È un riconoscimento incredibile, soprattutto considerando che non ricevo molte statuette. Mi sono sempre sentito a casa qui in Italia. Fellini, Bava e Argento sono parte della ragione per la quale faccio film. Sono enormi fonti di ispirazione".

Marco Cocco

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