Energia, grinta e grande simpatia.

Cristiano Malgioglio è stata la superstar della rassegna dei grandi artisti al Cocò, diretta da Federico Cordeddu.

Un pubblico variegato, con tantissimi giovani, ha preso d'assalto il locale di via Newton a Cagliari per assistere al live del celebre cantautore siciliano che ha proposto alcuni dei suoi successi più gettonati.

Un artista a tutto tondo, un fenomeno mediatico e musicale che emana vitalità ed entusiasmo come fosse un giovane talento internazionale e suscita la curiosità e l'interesse del pubblico giovane.

Malgioglio è certamente uno dei più straordinari parolieri di sempre, un autore che ha lavorato in Italia, ma moltissimo all'estero, con personaggi stratosferici, vincitore di un Sanremo e amico di grandi artisti entrati nella storia della musica mondiale.

Da Mina ai miti assoluti della musica brasiliana e cubana.

Nel 2006 a "Buona domenica" (Ansa)
Nel 2006 a "Buona domenica" (Ansa)
Nel 2006 a "Buona domenica" (Ansa)

Prima del live ci ha raccontato qualche momento della sua vita di artista.

Vent'anni ha ci lasciava Fabrizio De André. Fu lei a presentargli Dori Ghezzi. Cosa ricorda del grande poeta genovese?

"Lo stalkerizzavo! In quel periodo volevo fare questo lavoro, poi sono riuscito ad incontrarlo e siamo diventati grandi amici, è stato per me la persona più importante all'inizio della mia carriera. Se non avessi incontrato Fabrizio forse non avrei fatto questo mestiere.

Era un uomo molto saggio, molto curioso. Lo aveva colpito la mia personalità, perché il mio personaggio era molto particolare e strano.

Di conseguenza risultava difficile introdurmi in modo proficuo nell'ambiente musicale di allora, però lui era convinto che io sarei riuscito ad affermarmi perché ero diverso da tutti gli altri.

È stato un grande amico ed io ho avuto la fortuna di essere in stretta amicizia con Dori Ghezzi all'inizio della mia carriera.

Senza di me, in effetti, Dori e Fabrizio, probabilmente, non si sarebbero mai incontrati".

Lei è oggi uno dei maggiori parolieri italiani assieme a Mogol. Il suo talento nella scrittura risale all'infanzia o le sue capacità sono affiorate con gli studi e con i vari incontri in età giovanile?

"Io non penso di essere il migliore, ci sono tanti parolieri meravigliosi nella storia della canzone italiana, che oggi non ci sono più, da Sergio Bardotti a Vito Pallavicini e mi viene in mente ora anche Giorgio Calabrese.

Erano geniali, dei grandi maestri.

Io mi ispiravo costantemente al loro modo di scrivere.

Mogol è certamente molto bravo ed ha avuto la fortuna di avere vicino a lui Battisti creando una combinazione stupenda".

In quale categoria si collocherebbe come autore?

"Io sono un animale a sé, non appartengo a nessuna categoria, ho un modo di scrivere tutto mio, non ho colleghi e questa è la mia straordinaria fortuna.

Ho lavorato con i più grandi e poi ho dovuto ridurre il mio lavoro per via degli impegni televisivi che mi hanno sottratto al mondo della canzone.

E come cantante?

"Anche come cantante avevo messo da parte l'attività artistica ma grazie a Lorenzo Suraci, presidente di RTL, al quale avevo presentato la mia canzone 'Mi sono innamorato di tuo marito', di cui fu entusiasta, ho avuto un riscontro straordinario sul web superando i 25 milioni di visualizzazioni.

Visto il successo sembrava difficile fare meglio ed invece ci sono riuscito con 'Danzando danzando'.

Adesso non c'è due senza tre, quindi aspetto la pubblicazione del nuovo singolo che sono certo farà molto discutere".

Da Facebook
Da Facebook
Da Facebook

La sua prima canzone come autore è del 1972. Cosa è cambiato il suo stile di scrittura in questi anni?

"Non è cambiato niente. Sono sempre stato il più originale di tutti. Ho scritto sempre sull'amore in un modo che nessuno ha mai voluto affrontare. Invece io l'ho raccontato mettendo dentro sesso, erotismo, sensualità. Questo mi ha differenziato da tutti gli altri. Molti hanno cercato di copiarmi ma non ci sono riusciti e senza voler essere presuntuoso ritengo di avere una vena tutta mia, molto originale e particolare".

Preferisce avere successo come autore o come interprete?

"Io sono contento di quello che ho fatto fino ad oggi. Dopo il Grande Fratello sto riscuotendo un successo davvero incredibile, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti, basta vedere su Instagram il numero di followers.

Prendo quello che mi da Dio ogni giorno, non sono uno che va alla ricerca del successo a tutti i costi, non l'ho mai fatto.

Vedo che durante i miei spettacoli vengono folle di ragazzini, come se andassero a vedere Lady Gaga o altri artisti di quel livello, e questo mi regala davvero tanta felicità.

Non piango, non mi dispero per il successo, non devo fare qualcosa per forza.

Quello che capita, se mi piace, lo accetto".

Al Maurizio Costanzo Show (Ansa)
Al Maurizio Costanzo Show (Ansa)
Al Maurizio Costanzo Show (Ansa)

Lei ha un legame particolare con il Brasile e con il cantante Roberto Carlos. Come è nato questo rapporto?

"È stata una grande fortuna. Cercavano un paroliere che scrivesse i testi in italiano per Roberto Carlos ed io avevo scritto un testo in italiano di una sua canzone 'Testarda Io' cantata da Iva Zanicchi, più nota con il titolo 'La mia solitudine', che Luchino Visconti volle inserire nel film 'Ritratto di famiglia'".

Siete ancora amici?

"Fu un incontro voluto dal destino e da lì iniziò un'amicizia meravigliosa. Poi in seguito ci siamo un pò persi di vista perché lui, vivendo stabilmente in Brasile, viaggiando principalmente in America Latina ed essendo uno dei dieci cantautori più famosi al mondo, rinunciò probabilmente a progetti discografici in italiano. Penso però che la colpa fu da attribuire ad alcune case discografiche che progettarono un'ascesa in Italia a favore di Julio Iglesias che considerava Roberto Carlos un vero e proprio mito.

A quel tempo Iglesias e Roberto Carlos non avevano la stessa casa discografica ma quella di Roberto Carlos sottovalutò il mercato italiano e questo determinò un allontanamento di quel grande artista dal nostro Paese.

E la sua scelta influenzò anche me tanto da farmi rinunciare ad un progetto insieme a Julio Iglesias quando mi fu proposto.

Quello però fu un grande errore, ma da ammiratore di Roberto Carlos non potevo apprezzare la musica di Iglesias. O ami uno o ami l'altro".

Dei grandi interpreti per i quali ha scritto le canzoni con chi si sente più legato?

"Con tutti, ma forse con Mina in modo particolare perché è stata la prima che mi ha portato al successo.

Prima di lei Iva Zanicchi, con la quale abbiamo vinto il Festival di Sanremo con 'Ciao cara come stai'. Ma per tutte le donne con cui ho lavorato sento un grande affetto, Giuny Russo, Raffaella Carrà, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Rita Pavone, Sylvie Vartan, Milva. Poi amo molto Adriano Celentano e mi dispiace che si stia facendo un grande polverone sull'ultimo suo programma, Adrian. A volte leggo delle critiche molto pesanti ed essendo particolarmente sensibile sento un sentimento di profonda tristezza.

Conosco bene Adriano e per me resta l'artista più geniale che abbiamo in Italia. Forse sono l'unico che lo sta difendendo in questi giorni ma sento che è giusto così. E' molto avanti rispetto ai nostri tempi".

Durante un evento a Milano (Foto L'Unione Sarda)
Durante un evento a Milano (Foto L'Unione Sarda)
Durante un evento a Milano (Foto L'Unione Sarda)

Quando Cristiano Malgioglio mette la firma il successo è assicurato. Qual è il suo segreto?

"Può capitare che non tutte le ciambelle escano col buco ma quando uno ha un successo così grande è facile trovare lungo il cammino qualcuno che prova a spararti addosso per farti cadere. Dopo il Grande Fratello, ci siamo visti per cena con Raffaella Carrà a casa sua e mi ha raccontato che anche a lei successe una cosa del genere dopo la trasmissione 'Forte, forte, forte', titolo di una mia canzone.

Molti osservatori aspettarono un momento in cui gli ascolti di Raffaella non furono ai massimi livelli per attaccarla pesantemente. Un atteggiamento di molti critici televisivi, non tutti, che osannano i programmi brutti con ascolti alti e cercano di affossare le trasmissioni di qualità che magari non fanno audience da record.

Spesso non c'è la via di mezzo".

Quanto conta l'opinione dei critici?

"Per carità l'opinione dei critici va sempre rispettata però se uno di loro mi dice di non andare a vedere un tale film o di non comprare un determinato libro, io seguo comunque i miei gusti e vado per la mia strada. Sono sempre stato attaccato dai critici ma se dopo tanti anni sono ancora qui con successo vuol dire che sono uno dei personaggi più famosi d'Italia ed anche il pubblico non si uniforma troppo alle opinioni della critica.

L'importante è non scadere nella volgarità perché se commetti quell'errore hai chiuso".

Davvero non ha mai avuto la tentazione di usare parole 'forti' nei suoi brani?

"Io sono sempre stato molto attento e distante dall'universo della volgarità. Un giorno Berlusconi mi chiese: 'Sa perché lei mi piace Malgioglio?'. Io, incuriosito aspettavo la risposta. E il presidente mi disse: 'Lei è sempre lontano dalla volgarità ed il pubblico è affezionato a lei, oltre che per il suo talento, anche per questo motivo'. Forse è il complimento più bello che abbia mai ricevuto".

Che musica ascolta Cristiano Malgioglio nei momenti liberi?

"Io ascolto molto la musica latino-americana, quella non me la toglie nessuno. Poi lo stile vintage, e ancora Diana Ross, Stevie Wonder e alcune volte mi lancio su Tony Bennett.

Ascolto pochissima musica italiana, mi sono fermato a Cocciante".

Da Facebook
Da Facebook
Da Facebook

La più bella voce che ha mai ascoltato?

"Per me la voce più bella è stata forse Giuny Russo, ma oggi ci sono anche Giorgia, stupenda, e Arisa che trovo straordinaria e con la quale farò una collaborazione grazie a Caterina Caselli. Abbiamo in programma una canzone che si intitola 'Amarsi in due' vincitrice all'Eurofestival con Salvador Sobral, ma con un testo originale che ho voluto creare ex novo".

Ascolta anche opere liriche?

"Mio padre era molto amico di Giuseppe Di Stefano, entrambi siciliani, noi di Ramacca e lui di Motta Sant'Anastasia, vicino a Paternò. Si conobbero a Milano e per questo mio padre ascoltava spesso le sue interpretazioni e quelle di Renata Tebaldi.

Io ho imparato ad amare il melodramma in età adulta, da adolescente preferivo un altro repertorio.

Oggi invece mi appassiona e mi commuove. Ascoltando la Callas mi vengono i brividi, però la mia musica è da sempre quella americana, con una predilezione particolare, come ho detto, per il sound carioca e per il repertorio cubano".

Come si avvicinato alle melodie latine?

"Nel corso dei miei viaggi sono stato spesso a Cuba conoscendo i più grandi interpreti, da Compay Segundo a Omara Portuondo con i quali siamo diventati amici.

Purtroppo il rapporto con Compay Segundo non è durato tanto, essendo molto anziano, ma la loro musica, l'affetto e lo spessore umano e artistico mi hanno fatto sentire in una splendida famiglia.

Tornando al Brasile, in quella terra c'è buona parte della mia vita e degli artisti più straordinari. Ho raccontato di Roberto Carlos, ma non posso dimenticare Caetano Veloso, Maria Bethânia, Milton do Nascimento e tra le nuove leve la splendida Ivete Sangalo che io amo alla follia e che ha collaborato come cantante nella canzone "Danzando danzando", il mio ultimo singolo che ho realizzato anche in brasiliano.

Poi ci sono i cantanti messicani, ne ho scoperto di meravigliosi, anche se hanno un modo antico di cantare, però apprezzo molto la loro ispirazione melodica".

Con Patty Pravo (da Facebook)
Con Patty Pravo (da Facebook)
Con Patty Pravo (da Facebook)

Cosa trovano i fan di Malgioglio nel suo ultimo disco?

"Io non sono un venditore di dischi. All'inizio della mia carriera feci due singoli strepitosi, che ebbero un grande successo, anche qui in Sardegna, 'Nel tuo corpo' e 'Senti'.

Erano stati sostenuti da un battage pubblicitario incredibile e furono apprezzati moltissimo dal pubblico.

Sono io che scelgo cosa inserire in un disco perché non conosco il pubblico che poi comprerà i cd.

I miei lavori escono in Giappone, in Corea o nelle Americhe per cui i gusti sono differenti".

Che rapporto ha con il palcoscenico?

"In questo mestiere il live è una delle cose più importanti. Quando sono in scena divento una pantera, in quel momento si percepisce il contatto con il pubblico e, anche se molti di loro non hanno un mio disco, sento un coinvolgimento travolgente e vedo i ragazzi ed i giovani impazzire per la mia musica.

È una soddisfazione molto più gratificante della vendita di un disco".

Con Mara Venier (da Facebook)
Con Mara Venier (da Facebook)
Con Mara Venier (da Facebook)

A Cagliari è un debutto, aveva mai cantato nell'Isola?

"Della Sardegna conosco poco e niente anche se ho tanti amici che vivono in questa bellissima terra.

Ricordo di essere stato a Porto Rotondo per un premio, poi a Cagliari all'inizio della mia carriera per la promozione dei primi singoli.

Non sono però un frequentatore abituale di questa Isola meravigliosa, che trovo davvero magica, e da siciliano sento un'affinità profonda con i sardi e con il loro calore che comunque è un fattore che accomuna tutti noi italiani".

Parliamo del suo ultimo disco...

"Il mio ultimo lavoro 'International Suite', una raccolta di cinque CD di cui uno dedicato a Cesaria Evora, la grande cantante di Capoverde, forse una delle mie artiste preferite in assoluto, nel quale ho reinterpretato le canzoni che ho scritto per Mina.

Ma ci sono anche canzoni iconiche da quelle di Perry Como a "Buonasera signorina" fino a canzoni americane che avevo scritto in passato e che mi ha fatto riprendere Piero Chiambretti con il quale sto lavorando alla Repubblica delle Donne.

Un'esperienza bellissima che purtroppo finirà la settimana prossima con l'ultima puntata".

Prossimi progetti?

"In futuro ci sarà probabilmente il Grande fratello, come opinionista di Barbara D'Urso.

Forse un programma in Spagna, che sto valutando, e un altro forse è per il nuovo programma di Michelle Hunziker. Vediamo.

Non so cosa arriverà in concreto ma le possibilità in ballo sono tante.

Per ora mi godo il successo della Repubblica delle Donne e continuo con la mia musica. Sperando di tornare presto in Sardegna".

L.P.
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