Sarà che il nonno da pastore è diventato sindaco per 20 anni, indossando nel frattempo pure la divisa da carabiniere. Sarà che anche l'altro, quello paterno, aveva iniziato da manovale per poi fare l'imprenditore, loro ne fanno una questione di Dna. E di ambizione. Così, per la legge dei grandi numeri, non due ma tre fratelli, Pietro, Marcello e Michele Mereu, lasciata Lanusei, dove sono cresciuti e hanno studiato, hanno girato il mondo e, dopo aver fatto i camerieri, i commessi, i 'disoccupati', gli operai, i maestri di shiatsu, i brand manager, gli agenti commerciali e i garzoni, si sono stabiliti a Milano.

Sognatori e testardi, hanno trasformato le loro più grandi passioni in mestieri. Quasi in arte.

Pietro ha girato un documentario - e altri ancora - ed è diventato regista. "Ero già grande quando ho capito che questo era ciò che volevo fare"; Marcello ha aperto un salone di bellezza per auto: "Da bambino il mio motorino era sempre luccicante"; e Michele scrive di bellezza: "Quando vivevo con mia sorella tornavo a casa sempre con un sacchetto pieno di creme e di profumi". In questa famiglia, infatti, c’è anche una sorella – Barbara – la terza in ordine di età. Più schiva dei fratelli, non si sa molto di lei se non che ha lavorato dieci anni in Cina.

Questa è la storia di Pietro, Marcello e Michele che incontriamo per farci raccontare alcuni aneddoti della loro vita di "migranti" moderni, usciti dalla Sardegna più per inseguire i loro sogni che per reale esigenza di partire.

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LA STORIA DI PIETRO - REGISTA

Pietro Mereu, il maggiore dei tre
Pietro Mereu, il maggiore dei tre
Pietro Mereu, il maggiore dei tre

"Ho iniziato a fare questo mestiere quasi per caso. Ho perso il lavoro e ho deciso di portare al collo un cartello con la scritta ‘Disoccupato in affitto’ e di girare l’Italia". Era il 2010 e "da allora non mi sono più fermato".

Pietro, 46 anni, è un regista e autore televisivo, "in questo momento sono più un regista di documentari", precisa.

Quel viaggio, otto anni fa, in cui interpreta se stesso trasformandosi in un uomo-sandwich, ha raccolto stupore e simpatia ed è finito nelle sale cinematografiche ottenendo un buon successo di critica e di pubblico. Da quel momento è stato un crescendo di soddisfazioni. L'ultima in ordine di tempo: "Il clan dei ricciai", una storia di ex galeotti cagliaritani e del loro riscatto sociale che a giugno ha vinto il "Premio Ucca – l’Italia che non si vede" come miglior pellicola al Biografilm Italia di Bologna.

"Ma non è tutto semplice, ci sono alti e bassi”, racconta, anche in una vita “passata con una valigia in mano ad osservare quello che succede per poi raccontarlo".

Ha 27 anni quando lascia la Sardegna, "di cui mi manca l’aria, la natura e gli affetti più cari". Con in tasca un diploma ai Salesiani e un lavoro nell’impresa edile di famiglia, decide di trasferirsi a Milano, dove vive già uno dei suoi fratelli, perché "sognavo di fare cabaret", e ci prova, ma non è un mondo per lui.

Ha però tante passioni ed è un "tipo curioso, amante della lettura, di vedute aperte". Alla base della sua creatività c’è la cultura: "La creatività è avere un magazzino da cui attingere, se questo è pieno puoi avere tante idee e creare cose nuove, altrimenti ti fermi".

E Pietro non si ferma. Frequenta la Scuola Civica di Cinema e dopo due anni inizia con le produzioni: "La prima esperienza è stata quella con Piero Chiambretti a Markette. Poi arriva Modeland, un programma dedicato alla moda". Fin da subito alterna le produzioni televisive ai progetti indipendenti.

Ma si stanca di Milano e decide di andare a Roma, fa altre esperienze e dopo tre anni torna in Sardegna, ma prima – e con i ricordi torna all’inizio della sua avventura – "giro il documentario 'Disoccupato in affitto' e scopro che mi piace andare a fondo nelle storie".

Ritorna nuovamente a Milano nel 2014, crea l'anno dopo la casa di produzione Ilex Productions, per cui realizza "Il club dei centenari", documentario dedicato agli ultracentenari dell'Ogliastra. "La Sardegna è sempre stata per me una terra di grande ispirazione – spiega – e allo stesso tempo sono sempre stato sensibile a certe sue problematiche". Tra gli altri lavori "Giù le mani dall'Ogliastra” (2016), un documentario contro il taglio dei servizi sanitari a Lanusei e "Noi non molliamo: facce e storie dell'alluvione" (2016), nel quale racconta la tragedia del 18 Novembre 2013, con i sopravvissuti del nubifragio.

"Trasferirmi fuori dall’Isola ha aperto il mio orizzonte – spiega – e ringrazio Milano per avermi insegnato un metodo di lavoro, la concretezza e soprattutto per avermi dato una possibilità: qui puoi realizzare quello che vuoi, o almeno puoi provarci".

Ora Pietro cerca un’altra storia, un progetto internazionale; per questo è volato in Colombia, da dove è appena tornato. Una nuova valigia è da disfare.

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LA STORIA DI MARCELLO – CAR DETAILER

Marcello
Marcello
Marcello

A cinque anni ha imparato a leggere solo perché impaziente di “decifrare” i titoli di Quattroruote.

Non solo, mentre i suoi fratelli giocavano a pallone in giardino (“vivevamo in un piccolo villaggio a Lanusei”), lui passava il tempo a lavare, aspirare e lustrare le auto della famiglia. “Mio padre diceva che ero pazzo – racconta Marcello – ma il mio era un amore vero per le macchine”.

Ma le vicissitudini della vita, spesso, fanno mettere da parte le passioni, e così prima che quella delle auto si trasformi in un mestiere, Marcello, oggi 42 anni, fa delle scelte che – “del tutto fortuitamente” – lo portano in un’altra direzione.

Dopo l’Alberghiero (“ero destinato in dote a un mio zio che era un imprenditore della ristorazione”), lascia la Sardegna e va in Inghilterra dove fa l’operaio e impara la lingua. Poi il trasferimento a Milano, a fare caffè in uno showroom. “Qui il proprietario del negozio si accorge di me. Ero sveglio, parlavo bene l’inglese e il francese, ci sapevo fare con i clienti e così decide di affidarmi un piccolo marchio”.

E’ l’inizio di una lunga carriera nel mondo della moda. Tra Milano, Parigi, Londra e Ginevra, Marcello fa il venditore e poi il direttore commerciale per alcune tra le più grandi maison del lusso (Dior, Saint Laurent, Jimmy Choo e Prada sono solo alcune).

"Sono stati quindici anni di duro lavoro e di soddisfazioni, anche dal punto di vista economico", ma dopo Ginevra qualcosa dentro di lui si rompe. "Non volevo lavorare più nel mondo della moda, la mia più grande passione erano le auto e decido di mollare tutto".

Una scelta difficile: "Non sapevo ancora che cosa avrei fatto", fino a quando "scopro la figura del car-detailer, colui che si occupa della bellezza e dell’estetica delle auto di lusso e d’epoca". Arriva la scuola in car-detailer in Svizzera, "poi torno a Milano dove faccio il garzone di bottega alla tenera età di 38 anni".

E infine nel 2016 – sempre a Milano – l’apertura di Haute Detailing: "Non un’officina o un garage – precisa Marcello -, ma un salone di bellezza per auto che tratto come fossero donne che vengono in una spa di lusso".

Tra i suoi clienti - calciatori, amministratori delegati e grandi avvocati, tutti possessori e appassionati di auto super lusso moderne e d’epoca – c’è chi lo definisce il Leonardo da Vinci delle auto. "Ma non esageriamo – dice - . Sono più un cinghiale del Gennargentu, se mi metto in testa qualcosa la devo portare avanti, fino in fondo, a qualsiasi costo". E la tenacia ha sicuramente pagato.

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LA STORIA DI MICHELE – BEAUTY EDITOR

Michele
Michele
Michele

Un libro di chimica al mercatino dell'usato. Più quello di latino, nemmeno mai aperto. "Se li vendo forse ce la faccio", pensava. Poi di corsa in profumeria. "Quella crema, devo provarla". Sorride quando lo ricorda, oggi. Aveva già scelto la sua strada ma all'epoca nemmeno lo sapeva.

Lascia il liceo Scientifico al primo anno. "Le cose non andavano bene, neppure in paese mi ero integrato". E poi quella madre, insegnante di sostegno in pensione, che nonostante la delusione per quel percorso di studi interrotto gli dice: "Qui non stai bene, forse è meglio cambiare aria".

Ha 16 anni Michele quando, valigia in mano, lascia Lanusei e decide di trasferirsi con la sorella a Venezia, dove lei inizierà il primo anno accademico in Lingue orientali e lui si iscrive all’Alberghiero.

"Mi piaceva cucinare, ma dopo il diploma il cuoco mica l’ho mai fatto". Un anno sabbatico e poi il trasferimento nel Veneto più profondo, Padova: "Qui frequento una scuola per diventare maestro di shiatsu, un’altra delle professioni cui aspiravo rimaste nel cassetto".

Nel 2007, con Pietro e Marcello che già si sono stabiliti a Milano, decido di raggiungerli.

Fa numerosi lavori per mantenersi, non ultimo il commesso in un negozio di prodotti per la casa e l’agente commerciale alll’Istituto Europeo di Design.

"Lavorare allo Ied è stata una bella esperienza: ho conosciuto tante persone, è stato costruttivo e stimolante ma…". Ma il chiodo fisso è sempre un altro: "Volevo fare esattamente ciò che faccio ora: scrivere di bellezza ovvero fare il beauty-editor".

Le mail di candidatura inviate alle redazioni però tornano indietro: “Mi mancava sempre qualcosa. Non ero laureato, non avevo esperienza nel settore. Ho finito per crederci, 'se la risposta è sempre negativa, evidentemente non è la strada per me'". E proprio quando il sogno sembra essersi spezzato, sulla casella di posta, nella cartella "in arrivo" compare la mail di risposta della capo-redattrice di Icon (del gruppo Mondadori). "Ho bisogno di un uomo che scriva di bellezza – dice – e ne ho bisogno da subito". Michele ha 32 anni. Inizia la sua avventura.

Da quel momento il resto va da sé: "Una volta che scrivi per una rivista che ti dà credibilità, un nome, gli altri iniziano a cercarti". E oggi Michele – che di anni ne ha 36 - scrive per il gruppo Mondadori (Grazia e Donna Moderna, solo per citarne alcuni) e quattro anni fa ha lasciato lo Ied per diventare un giornalista a tempo pieno. "Ho messo da parte la mia timidezza e il mio essere un tipico ‘capricorno sardo’: la casa è il mio ambiente – racconta – ma questo è un lavoro fatto di relazioni", e lui ci si è buttato dentro.

Si è trasferito dal suo paese quando aveva solo 16 anni
Si è trasferito dal suo paese quando aveva solo 16 anni
Si è trasferito dal suo paese quando aveva solo 16 anni

"Un giorno sono a New York per la presentazione di un nuovo rasoio, un giorno a Parigi per una nuova linea di profumi", racconta. Scrivere di moda "mi piace, raccontare quello che succede nel mondo della bellezza, conoscere i prodotti, le storie delle persone, parlare di una nuova tendenza che riguarda i capelli, il trucco, la barba. Sono un vero maniaco della bellezza".

E a proposito di barba, "non è vero che gli hipster sono passati di moda": parola di beauty-editor.

Simona Arthemalle

(Unioneonline)

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LA STORIA PER IMMAGINI:

I fratelli Mereu, Michele, Marcello e Pietro (Foto di E.Nicoli, C.Piro e L.Scarpa)
I fratelli Mereu, Michele, Marcello e Pietro (Foto di E.Nicoli, C.Piro e L.Scarpa)
I fratelli Mereu, Michele, Marcello e Pietro (Foto di E.Nicoli, C.Piro e L.Scarpa)
Pietro, 46 anni, è un regista di documentari
Pietro, 46 anni, è un regista di documentari
Pietro, 46 anni, è un regista di documentari
Marcello, 42 anni, è il secondo dei tre fratelli
Marcello, 42 anni, è il secondo dei tre fratelli
Marcello, 42 anni, è il secondo dei tre fratelli
Michele, 36 anni, fa il beauty-editor
Michele, 36 anni, fa il beauty-editor
Michele, 36 anni, fa il beauty-editor
"Il mio sogno era quello di fare cabaret"
"Il mio sogno era quello di fare cabaret"
"Il mio sogno era quello di fare cabaret"
La passione di Marcello, creatore di Haute Detailing, sono sempre state le auto
La passione di Marcello, creatore di Haute Detailing, sono sempre state le auto
La passione di Marcello, creatore di Haute Detailing, sono sempre state le auto
Michele ha lasciato l'Isola quando aveva solo 16 anni
Michele ha lasciato l'Isola quando aveva solo 16 anni
Michele ha lasciato l'Isola quando aveva solo 16 anni
Ha esordito nel documentario con il cult "Disoccupato in affitto"
Ha esordito nel documentario con il cult "Disoccupato in affitto"
Ha esordito nel documentario con il cult "Disoccupato in affitto"
Marcello ha lavorato per tanti anni nel settore della moda a Ginevra
Marcello ha lavorato per tanti anni nel settore della moda a Ginevra
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La sua passione è sempre stata (ed è) occuparsi di bellezza
La sua passione è sempre stata (ed è) occuparsi di bellezza
La sua passione è sempre stata (ed è) occuparsi di bellezza
Pietro con "Il clan dei ricciai" si è aggiudicato il Premio Ucca - l'Italia che non si vede
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Marcello lavora in quello che lui definisce "un salone di bellezza per auto"
Marcello lavora in quello che lui definisce "un salone di bellezza per auto"
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Il suo sogno? "Aprire una profumeria-libreria-pasticceria"
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Pietro è stato da poco in Colombia per dei sopralluoghi per una nuova storia (per ora top secret)
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"Ho imparato a leggere con quattroruote", ha raccontato il 42enne
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"Ero destinato a diventare un cuoco" (Foto concesse dai Mereu a L'Unione Sarda)
"Ero destinato a diventare un cuoco" (Foto concesse dai Mereu a L'Unione Sarda)
"Ero destinato a diventare un cuoco" (Foto concesse dai Mereu a L'Unione Sarda)

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