Splendori e miserie della terra sarda sono il tema centrale del documentario "Balentes" della regista sardo-australiana Lisa Camillo, presentato in Australia durante il Lavazza Italian Film Festival che si è tenuto tra settembre e ottobre tra le città di Sydney, Brisbane, Melbourne, Canberra e Adelaide.

Il frutto di quattro anni di lavoro dell'antropologa e regista globetrotter, che ha deciso di fare ritorno in Sardegna dopo aver indagato a fondo le comunità aborigene australiane e il loro senso di attaccamento alla terra e alle radici.

E dopo la tappa italiana "Balentes - Coraggiosi" - dedicato ai tanti sardi che lottano per la propria terra - farà il giro del mondo - verrà presentato nelle più importanti rassegne cinematografiche internazionali, dal Festival di Cannes a quello di Tribeca, dal Sundance alla Mostra del Cinema di Venezia e quella di Berlino.

Lontana dall'Isola da 14 anni, la regista Lisa Camillo ha deciso di tornare per girare un documentario che raccontasse la situazione attuale di una terra colpita più di altre dalla crisi economica, ricca di risorse umane ma anche di profonde contraddizioni.

E il risultato è una pellicola girata con maestria e con mezzi tecnici hollywoodiani che punta a sottolineare il contrasto tra la bellezza dei paesaggi e le ferite inferte dall'uomo all'Isola.

Un viaggio tra i grandi problemi sardi, la fine dell'economia agropastorale, la disoccupazione, il turismo da sviluppare e soprattutto il delicato tema dell'inquinamento ambientale, specie quello relativo alle servitù militari, con la denuncia del collegamento tra sostanze tossiche lasciate dalle esercitazioni Nato e numerosi casi di decessi e malformazioni registrati negli ultimi decenni.

Ferite indelebili, che Lisa Camillo vuole rendere note al mondo con questo documentario, dando voce alla gente direttamente coinvolta, alle tante storie personali e ai tanti dati scientifici disponibili, analizzati con la collaborazione di specialisti dell'ambito come la dottoressa Antonietta Gatti, che raccoglie da tempo i dati sui casi di cancro e malformazioni riscontrati nelle aree Nato.

(isardinelmondo@unionesarda.it)

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