Sposarsi quest’anno sarà davvero dura. Non solo per guanti e mascherine, corredo obbligatorio del look degli sposi, ma soprattutto perché “un banchetto con centinaia di persone costituisce certamente un assembramento”. La deduzione è del deputato di Fratelli d’Italia Luigi Casciello, che sul “sistema fiori d’arancio” ha rivolto un’interrogazione al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il fatto è serio: nel 2019 si sono celebrati 220mila matrimoni, un giro d'affari di 40 miliardi. A causa dell'emergenza sanitaria 17mila sì sono stati annullati tra marzo e aprile, altri cinquantamila lo saranno tra maggio e giugno, con una perdita stimata (da Assoeventi) di circa 26 miliardi. A preoccupare Casciello però non sono solo i dati economici: certamente il giorno più bello, per chi non vorrà celebrarlo misurando la temperatura agli invitati o dovendo rinunciare a baci e abbracci di rito, potrà essere rinviato al 2021, ma gli sposi dovranno accontentarsi, fa notare a Gualtieri il deputato, di “un giorno infrasettimanale o di un periodo dell'anno in cui generalmente non ci si sposa, perché ovviamente la maggior parte delle date risulterà già occupata”.

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