Due narrazioni opposte sulla stessa manovra: da un lato l’allarme sul pluralismo e sull’occupazione, dall’altro la rivendicazione di risorse salvate e di un impegno a tutela dell’emittenza locale.

E così il futuro dell’emittenza locale diventa terreno di scontro diretto tra maggioranza e opposizione.

Al centro della polemica, la manovra di bilancio e il futuro delle televisioni locali, soprattutto in Sardegna, dove il tema assume un peso particolare per il ruolo capillare dell’informazione territoriale.

A lanciare l’allarme è Silvio Lai, deputato del Partito democratico e segretario regionale in Sardegna, che va all’attacco del governo Meloni, reo di aver inferto un colpo al sistema informativo locale.

«Un duro colpo al pluralismo e al presidio informativo territoriale», denuncia, accendendo un faro sull’Isola.

Lai ricorda che «sono 15 le principali televisioni locali presenti in Sardegna e coprono con le loro trasmissioni oltre il 90% della popolazione dell'Isola. A queste vanno aggiunte quelle televisioni che nel tempo sono passate in modalità online/web Tv».

Un sistema che, secondo il segretario dem, «rappresenta tutte insieme un presidio importante di comunicazione ed intrattenimento e garantiscono un insostituibile pluralismo di informazione nonché di coesione e relazione delle nostre comunità territoriali».

Nel mirino del deputato Pd finiscono le scelte del governo: «al governo Meloni tutto questo non piace visto che con la manovra di bilancio ha tagliato 20 milioni all'emittenza locale e ha spostato la gestione del Fondo per il pluralismo dal Mimit a Palazzo Chigi».

Un passaggio che, avverte Lai, rischia di avere conseguenze pesanti: «Quelle televisioni ora rischiano un forte ridimensionamento e sono anche a rischio chiusura con conseguenze gravi sul piano occupazionale per tanti tecnici, operatori e giornalisti».

E l’affondo finale è politico: «Al governo piace l'informazione teleguidata, come spesso avviene in Rai, e le televisioni locali non sono orientabili a piacimento. È questa l'ennesima perla del governo Meloni all'interno di una manovra finanziaria di corto respiro e senza misure legate alla crescita del Paese».

La replica arriva immediata da Fratelli d’Italia. Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori del partito, ribalta la lettura dei dem e parla di accuse infondate.

«Apprendiamo con una certa curiosità che l’onorevole Lai, segretario regionale del Pd in Sardegna, abbia scoperto un fantomatico 'taglio' ai fondi per le televisioni locali che, nei fatti, non esiste. Qualcuno svegli i dem sardi dai brutti sogni, sono in fase di allucinazioni», dichiara.

Secondo Zedda, «evidentemente al Pd sfugge che la paventata stretta sull'editoria è saltata e sono stati ripristinati 60 milioni di euro con erogazione nel 2026».

E poi, rivendicando l’azione dell’esecutivo, aggiunge: «Anzi, è stato proprio grazie all’attività del Mimit e al lavoro del ministro Urso che le risorse sono state reintegrate, garantendo continuità e stabilità a un comparto fondamentale per il pluralismo dell’informazione».

E la stoccata finale chiude il botta e risposta: «Ma capiamo che per qualcuno sia più comodo gridare al taglio che riconoscere il merito di un Governo che, dati alla mano, fa esattamente il contrario».

(Unioneonline/Fr.Me.)

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