Circa la metà delle Regioni italiane si sono già attivate per ottenere, tramite gara, le forniture di vaccini anti-influenzali e anti-pneumococco necessarie a soddisfare la domanda in vista del prossimo autunno.

La Sardegna - assieme a Friuli, Trento, Marche, Basilicata, Puglia, Sicilia, Umbria, Toscana, Abruzzo e Molise - non è tra queste.

Lo evidenzia l'ultimo report redatto dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Servizi Sanitari dell' Università Cattolica, campus di Roma, in cui si sottolinea che "in vista dell'autunno e di eventuali criticità che si potranno presentare in caso di una nuova ondata di contagi da coronavirus, assumono estrema rilevanza le strategie vaccinali antinfluenzale e anti-pneumococcica che saranno messe in atto dalle regioni".

La regione più avanti nell'iter, sottolinea il report, è il Lazio, che ha addirittura già chiuso la gara.

Proprio il Lazio, inoltre, anche alla luce dell'emergenza virus, ha già deliberato l'obbligatorietà per chi ha più di 65 anni e per gli operatori sanitari.

La Campania, invece, li renderà obbligatori, oltre che per gli over 65, anche per i bambini fino a 6 anni.

Quest'anno, sottolineano gli esperti, sarà quanto mai importante puntare sulle campagne vaccinali. Il motivo? I vaccini anti-influenzali servono a ridurre il numero di pazienti con sintomatologia sovrapponibile a quelle dall'infezione da Sars-CoV-2 e contribuiscono a ridurre il più possibile la circolazione di altri patogeni respiratori causa di gravi complicanze e comorbidità. "Da questo numero - spiega Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione Aziendale alla Facoltà di Economia dell' Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del gruppo di lavoro - abbiamo integrato i profili regionali, iniziando ad indagare come le varie regioni si stanno muovendo in vista della campagna vaccinale antinfluenzale 2020/2021".

Inoltre, prosegue il rapporto, "anche se non abbiamo ancora robuste evidenze scientifiche sulle possibili interazioni tra la circolazione del Covid-19 e dell'influenza stagionale, la raccomandazione di promuovere la vaccinazione antinfluenzale sembra avere un senso sotto il profilo di gestione del Servizio sanitario nazionale. La possibilità di ridurre la pressione sui Pronto soccorso con persone con sintomi che potrebbero essere scambiati per quello del Covid-19, certamente rappresenta un 'valore' per chi si troverà a gestire l'emergenza autunnale".

(Unioneonline/l.f.)

LA POSIZIONE DELLA REGIONE
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