Proseguono le trattative per cercare di dare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte una nuova maggioranza dopo la crisi aperta dai renziani di Italia Viva.

Al momento sembra destinata a tramontare l'ipotesi di un nutrito soccoso di "responsabili" (o "costruttori") in sostegno del premier. Clemente Mastella, protagonista di una polemica con l'ex ministro Carlo Calenda, cui avrebbe telefonato per chiedere l'appoggio all'esecutivo in campo del sostegno alle comunali di Roma, si è chiamato fuori dalla trama per fornire gambe al Conte III e anche l'Udc si è detta indisponibile, ribadendo la fedeltà al centrodestra.

Non starebbe nemmeno riuscendo l'operazione di strappare parlamentari scontenti a Italia Viva: solo il deputato De Filippo, per ora, ha lasciato Renzi per tornarre al Pd. Ma la conta è in bilico al Senato, non alla Camera.

Insomma, secondo i beninformati, Conte a Palazzo Madama non arriverebbe alla fatidica quota 161, contando al momento su 154 voti. I senatori di Italia Viva, dicono fonti interne al partito, avrebbero però intenzione di astenersi in occasione della fiducia, senza votare contro. E questo consentirebbe a Conte di restare in sella, in attesa di nuovi sviluppi.

Il problema è che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato chiaro: no a maggioranze e soluzioni traballanti.

Anche per questo molti, nel Pd, ma anche nel Movimento 5 Stelle, starebbero premendo per ritendere la mano a Italia Viva. Ma sul punto Conte sarebbe invece irremovibile, della serie: dietro non si torna.

In questo clima di incertezza, le prossime ore saranno dunque decisive.

(Unioneonline/l.f.)
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