Mastella si chiama fuori dalla costituzione del gruppo di "responsabili" o "costruttori" che dovrebbero sostenere il governo Conte.

"Io non sono né pilastro, né costruttore, su questa crisi sono molto diffidente". Sono le parole di Clemente Mastella riportate sul sito di Tgcom24, che lo ha intervistato.

"Al momento - aggiunge Mastella - mi chiamo fuori perché, dopo aver cercato di dare consigli su come risolvere la crisi, sono stato attaccato sul personale".

All'orizzonte Mastella vede più "un Conte ter con un rimpasto e un rientro di Italia Viva" che "un governo Conte sostenuto da un'altra maggioranza con l'ingresso di responsabili".

OBIETTIVO QUOTA 158 - Intanto Conte è al lavoro sul discorso da presentare lunedì alla Camera e martedì al Senato. Pare che il premier non voglia sferzare Matteo Renzi come ha fatto con Matteo Salvini dopo la crisi aperta dal leader leghista. Il suo sarà un appello ai "costruttori" richiamando il discorso di fine anno di Sergio Mattarella.

Se alla Camera l'ok a Conte appare scontato, frenetiche sono le trattative per raggiungere il numero magico di 158, obiettivo del presidente del Consiglio. Se è vero che la maggioranza scatta a 161 senatori, considerando i sei a vita ne bastano 158 per ottenere la maggioranza.

ITALIA VIVA - Renzi vuole tornare nella partita: "Sono molto fiero di come stiamo lavorando, noi siamo sui contenuti e la verità vince sulle veline del Palazzo. Al Senato i nostri 18 senatori saranno decisivi, visto che la maggioranza al momento è tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti", ha detto all'assemblea dei parlamentari di Italia Viva.

L'ex premier deve fare i conti con alcune defezioni. Il deputato Vito De Filippo è tornato al Pd per sostenere il governo Conte. Riccardo Nencini del Psi pure sosterrà il governo, e potrebbe persino togliere il gruppo al Senato a Matteo Renzi. A Palazzo Madama il regolamento prevede infatti che si possano costituire gruppi solo di partiti che si sono presentati alle elezioni. Come il Partito Socialista, appunto, che ha fatto accodare al suo gruppo - che ora si chiama Partito Socialista-Italia Viva - quello del partito di Renzi.

Un altro senatore di Italia Viva, Eugenio Comincini, ha invece scritto un post su Facebook: "Avrei volentieri evitato l'aprirsi di una crisi al buio. Credo che questo non sia il tempo dei responsabili, ma della responsabilità. Bisogna garantire un governo con una maggioranza stabile, con un patto di legislatura nel perimetro dell'attuale maggioranza. Ad oggi non vedo spazio per iniziative politiche diverse". Il tutto, però, con l'auspicio che il gruppo "resti compatto" e "possa riaprirsi una trattativa per un governo rinnovato e più forte".

IL NO DELL'UDC - Anche in casa 5 Stelle il veto su Renzi inizia a traballare. Complice il no dei centristi a Conte. "Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos. Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita", ha spiegato l'ufficio stampa nazionale dell'Udc.

Insomma, nell'altalenante borsino della crisi, in costante aggiornamento, oggi possiamo registrare un aumento delle probabilità di rivedere Italia Viva nel governo.

Oggi si è tenuto anche un vertice del centrodestra: "La via maestra è la democrazia, quando cade l'ennesimo governo, sono le elezioni", ha detto Salvini al termine dell'incontro. "Il centrodestra è pronto a prendere in mano il Paese, ha le idee, gli uomini, le donne e i progetti. Noi saremmo pronti già domani".

Salvini ha anche annunciato che centrodestra voterà a favore del decreto Ristori e dello scostamento di bilancio, "perché quelli sono soldi per famiglie e imprese".

(Unioneonline/L)
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