Aria di burrasca nel governo. Il premier accusa Matteo Salvini di "scorrettezza istituzionale".

Oggi il vicepremier ha ricevuto al Viminale le parti sociali per parlare della manovra, e già nei giorni scorsi era stato "bacchettato" da Conte, il quale aveva ribadito che la manovra la fanno Palazzo Chigi e il Mef.

Salvini è andato ben oltre dal raccogliere le istanze delle parti sociali convocate, ha illustrato a grandi linee la manovra, con Siri - costretto alle dimissioni da M5S - che spiegava come si andrà a delineare la flat tax. "Vogliamo definire i tempi della manovra tra luglio e agosto in modo da discuterla alle Camere già da settembre", ha detto.

Manovra che deve ruotare su due punti, un "forte taglio delle tasse per famiglie e lavoratori dipendenti" e la "prosecuzione della riduzione di oneri fiscali e burocratici alle imprese".

Un incontro che non è andato giù a Giuseppe Conte, il premier ha rilasciato una dichiarazione di fuoco: "Se oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze delle parti sociali ma anticipa dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale".

Ancora: "La manovra economica viene fatta qui, dal ministro dell'Economia e tutti i ministri interessati, e non si fa altrove, non si fa oggi. I tempi, e tengo a precisarlo, li decide il presidente del Consiglio, sentiti gli altri ministri, a partire da quello dell'Economia. I tempi non li decidono altri".

E già che ci siamo arriva una puntura di spillo anche sulla vicenda dei presunti fondi russi: "Perché no? Noi crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni e le sedi giuste, in primis in Parlamento", ha risposto a chi gli chiedeva se il leader della Lega debba riferire alla Camera sulla questione.

"Le nostre linee guida - ha aggiunto - sono: assoluta trasparenza nei confronti dei cittadini italiani e assoluta fedeltà agli interessi nazionali. E non ci smuoveremo di un millimetro da queste linee guida".

Di Maio, invece, pur di tenersi buono Salvini, attacca i sindacati: "Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo (Siri, ndr), invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza".

Salvini, dal canto suo, non lascia. Anzi raddoppia, e annuncia un nuovo incontro con le parti sociali a inizio agosto. Punge anche, il vicepremier: "In molti lamentano mancanze da parte di qualche ministero e ufficio ministeriale non di nostra diretta competenza, vedremo di stimolare". Riferendosi alle opere e in particolare al ministero delle Infrastrutture di Danilo Toninelli.

(Unioneonline/L)
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