È un Di Maio scuro in volto quello che si presenta al Mise per la conferenza stampa, a distanza di ore dalla certificazione del tracollo pentastellato alle elezioni europee.

"Ringrazio i 4,5 milioni che hanno votato M5S e ringrazio anche chi non ci ha votato, perché dal loro comportamento noi impariamo e prendiamo una bella lezione. Faccio i miei complimenti alla Lega e al Pd, e a tutti i partiti che hanno avuto un incremento", così ha esordito il vicepremier.

Inevitabile parlare delle ripercussioni del voto sull'esecutivo gialloverde: "Il contratto non si cambia e lo tuteleremo. Per me non cambia nulla, ho sempre trattato la Lega alla pari e continuerò a farlo. Oggi ho sentito Giuseppe Conte e gli ho chiesto di convocare il prima possibile un vertice di governo, dobbiamo lavorare alle promesse che abbiamo fatto agli italiani".

E poi avanti con il "salario minimo orario, il provvedimento per le famiglie, un serio abbassamento delle tasse".

Sulla Tav: "È un dossier nelle mani di Conte, bisogna rispettare il contratto", ma Salvini ha già avvisato: va fatta, e lo ha detto prima dei risultati delle regionali del Piemonte, un altro chiaro segnale a favore dell'opera. Autonomie, altro provvedimento oggetto di scontro: "Non cambia nulla, dipende da come è fatto il provvedimento. Si deve fare senza creare scuole o sanità di serie C e mantenendo la coesione nazionale".

E infine, sulle tensioni interne al Movimento, niente dimissioni: "Oggi ho sentito tutti coloro che rappresentano le anime M5S: Grillo, Casaleggio, Di Battista e Fico. Nessuno ha chiesto le mie dimissioni".

Le ha chieste invece la dissidente Paola Nugnes: "È tempo di ridiscutere la leadership di Di Maio - ha detto - Fico scenda in campo".

(Unioneonline/L)
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