Il leader Matteo Salvini sta girando il Nord Sardegna, mentre il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti è impegnato tra Sud e Ogliastra.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con deleghe pesanti come quelle che riguardano il Cipe, uno dei principali motori dello sviluppo del Paese, lo sport, il programma di governo e l'aerospazio, ha scelto il capoluogo sardo e l'Ogliastra per ascoltare le istanze dei territori e aprire dossier importanti.

Colpisce subito il garbo di un economista di peso che conosce bene i problemi del Paese, essendo stato chiamato, da un Governo avverso, a far parte del "Comitato dei Saggi" voluto dall'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una vita spesa tra le file della Lega e considerato tra gli ideatori di quella politica del fare che ha consentito a Regioni che muovono il PIL nazionale, dove governa il partito di Matteo Salvini, di eccellere in vari settori strategici del Paese.

Lo abbiamo incontrato per L'Unione Sarda nel mezzo del suo tour "Tra la Gente".

Come nasce il suo impegno in politica?

"Il mio impegno politico nasce dall'amore per la mia terra. Frequentando la scuola e poi l'università, vivendo quindi la realtà quotidiana del territorio, non ci si deve mai dimenticare dei problemi dei propri concittadini. Così mi sono candidato a sindaco e diventando primo cittadino della mia città natale, Cazzago Brabbia. Probabilmente sono stato apprezzato per il mio lavoro di amministratore locale, già all'epoca tra la gente e sempre proiettato a raggiungere fatti concreti".

E la sua militanza nella Lega?

"Durante l'esaltante esperienza in prima linea a contatto tutti i giorni con i problemi dei cittadini, sono stato coinvolto da chi guidava all'epoca la Lega, un gruppo di giovani entusiasti e appassionati che mi ha dato la possibilità di continuare la mia attività politica a livello nazionale, però sempre rimanendo legato a quelle radici e a quel sentire improntati a concretezza e operosità, valori che poi ti aiutano, in ogni momento ed in ogni situazione, a prendere le decisioni e a portare avanti la politica del fare".

Qual è la sua ricetta per far ripartire l'Italia?

"Parto dal presupposto che in Italia ci sono le condizioni basilari, cioè l'intelligenza e la capacità di fare, per poter garantire il progresso e lo sviluppo economico. Bisogna permettere a queste capacità e a queste inventive di potersi esprimersi. E tutto quello che comprime tali straordinarie energie e non consente la possibilità di esprimere il meglio dai talenti dei nostri giovani, dal sud al nord, senza esclusioni perché ogni Regione possiede risorse intellettuali davvero sorprendenti, non fa il bene dell'Italia. Per questo motivo bisogna sburocratizzare e ridurre le imposte.

In ogni caso è urgente semplificare la vita a quelli che vogliono fare impresa perché soltanto con l'impresa si riesce a creare sviluppo".

E il Sud? Su cosa deve puntare?

"Il Meridione deve puntare sulle sue capacità che sono quelle dei giovani del Sud che fanno successo in tutto il mondo e che invece, spesso, non possono più restare nella propria terra perché, evidentemente, in alcuni casi, non ci sono più le condizioni per poter fare e creare sviluppo. Al Sud esistono realtà di assoluta eccellenza, dal turismo, all'agricoltura di qualità, fino ai beni culturali, un patrimonio irripetibile di inestimabile valore che nessuno al mondo può copiare e che noi ci stiamo impegnando per mettere a sistema".

I sondaggi premiano la Lega. In Abruzzo i voti della Lega sono raddoppiati rispetto al 4 marzo. Qual è il segreto di questo successo?

"Il segreto è quello di Matteo Salvini che, rimanendo se stesso, cioè un ragazzo cresciuto nella Lega che non si è mai montato la testa, continua a parlare con la gente, come ha sempre fatto, e così facendo ne interpreta anche gli umori e le aspettative. Una volta arrivato al Governo Nazionale, e già prima nelle Regioni e nei tantissimi Comuni che amministriamo con grande apprezzamento dei cittadini, ha mantenuto fede alle promesse fatte".

Qual è la migliore qualità di Salvini?

"Matteo decide quando c'è da decidere e si assume le responsabilità quando ci sono da assumere responsabilità importanti per il bene dell'Italia. Quella è l'essenza del Governo: assumersi le responsabilità".

Il centrodestra unito può essere vincente, come è successo in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Pensa che nel 2023, a scadenza naturale del Governo col M5S, la coalizione possa essere riproposta?

"Il mondo cambia cosi tanto velocemente, e la politica italiana fa altrettanto, che immaginare oggi come sarà lo scenario politico nel 2023 è impossibile. Quello che posso dire è che il quadro che oggi vediamo è totalmente diverso rispetto a un anno fa che, a sua volta, era totalmente diverso da quello che si viveva nei due o tre anni precedenti. Quindi per il 2023 non mi sento di fare previsioni. Auspichiamo di avere il consenso che abbiamo oggi e magari addirittura di aumentarlo. Tutto dipenderà se continueremo a fare bene, come ci stiamo impegnando a fare in questi primi otto mesi, e soprattutto se Salvini potrà lavorare serenamente come sta facendo adesso".

Quali sono gli obiettivi per i prossimi mesi di governo?

"Quello che sicuramente dobbiamo fare è estendere la flat tax non soltanto alle piccole realtà ma anche alle realtà di media dimensione e a tutte le aziende. Già dal 2020 la soglia salirà a 100.000 euro e quindi la platea dei beneficiari aumenterà sensibilmente. Già ora c'è un consenso entusiastico di milioni di partite iva che sono state liberate da adempimenti soffocanti e che potranno così mettere in circolo risorse importanti. E tra poco saranno varati i "Cantieri veloci" come ha già preannunciato Matteo Salvini. Un'iniziativa che dovrebbe partire nelle prossime settimane".

Altre priorità?

"Dobbiamo garantire a questo Paese, che soffre carenze infrastrutturali paurose e di manutenzioni elementari oltre che di nuove opere, uno slancio vitale e mai visto. Contiamo, con questo innovativo progetto, di creare le condizioni perché finalmente questi nuovi investimenti e queste infrastrutture pubbliche, che poi sono anche realtà concrete, che fanno crescere meglio i nostri giovani e garantiscono migliaia di posti di lavoro, come scuole e impianti sportivi, oltre che strade e gallerie, possano incominciare a realizzarsi nel giro di pochissimo tempo".

Come numero due della Lega lei sostiene la coalizione di centrodestra civica e sardista con Christian Solinas candidato presidente. Quali sono le priorità per la Sardegna?

"Per quanto riguarda il mio ruolo, sono venuti a presentarmi, attraverso varie delegazioni, diverse problematiche tra cui quella relativa all'alluminio. Sono dei dossier che hanno necessità di seguire determinati iter con il passaggio in Consiglio dei Ministri e di cui mi occupo personalmente. Darò risposta a tutte le istanze ed è un livello di attenzione che guarda il particolare, cioè la vita quotidiana e l'esistenza reale delle persone e dei lavoratori".

E più in generale?

"Più in generale deve tornare centrale la questione della Sardegna nelle sue specificità e mi viene in mente subito la tematica dell'insularità. Il fatto che ad esempio Lombardia e Veneto chiedano oggi una qualche forma di autonomia, lascia intendere che, teoricamente, la Sardegna ha delle grandi potenzialità considerato il suo status di Regione autonoma. La vostra meravigliosa Isola ha già le norme di attuazione ma in molti casi manca, purtroppo, l'applicazione di tali regole. La Sardegna deve, quindi, ritrovare la sua specificità e io mi batterò assieme al nuovo presidente affinchè, al più presto, si possa porre rimedio ad una stortura che dura ormai da troppo tempo".

Perché avete scelto Solinas?

"Per la sua preparazione e la sua concretezza. Noi, come Lega, l'abbiamo poi proposto agli alleati che avevano anche loro un ventaglio di ottimi nomi. Penso che possa inaugurarsi, dal giorno dopo le elezioni, una stagione nuova nei rapporti tra la Sardegna ed il Governo di Roma".

L.P.
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