Altri episodi choc sulla violenza della polizia scuotono l'America, dopo quelli sull'uccisione dell'afroamericano George Floyd.

Ad Aurora, Colorado, gli agenti hanno fermato in un parcheggio due sorelle afroamericane con le loro figlie di 17, 14, 12 e 6 anni, le hanno messe a terra a pancia in giù e ammanettate con le mani dietro la schiena con l'accusa di viaggiare su un veicolo rubato.

L'episodio, risalente a domenica, è stato filmato da un passante e rimbalzato poi sui media. Nel video si sentono le bambine urlare e piangere. I poliziotti hanno poi ammesso di essere stati tratti in inganno dalla targa della vettura, che combaciava con quella dell'auto rubata ma era di un altro stato.

Le donne sono state fermate quando stavano tornando alla loro macchina dopo aver trovato chiuso il negozio dove volevamo andare a farsi la manicure. Il capo della polizia di Aurora, una donna bianca, si è scusata e ha offerto una terapia psicologica alle piccole.

In Georgia, nella contea di Forsyth, un giudice ha ordinato invece la diffusione di due video sulla morte per asfissia a inizio dicembre 2019 di un detenuto afroamericano, il 56enne John Neville, dopo che era caduto dalla branda più alta della cella: nelle immagini si vede il prigioniero con la faccia a terra che grida "non posso respirare" mentre gli vengono messe le manette ai polsi e un sacchetto anti sputo e anti morso in testa. Neville sarebbe poi morto due giorni dopo in ospedale e, secondo l'autopsia, il decesso è stato causato da un arresto cardiaco per asfissia nei lunghi minuti in cui è stato immobilizzato. Ora cinque agenti penitenzieri e un'infermiera sono stati incriminati per omicidio colposo nella gestione dell'incidente.

(Unioneonline/v.l.)
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