Wuhan si riapre, altre città si chiudono in Cina.

Almeno 65mila persone sono in partenza dalla città primo focolaio della pandemia di coronavirus nel giorno di rimozione del lockdown, che durava ormai da quasi tre mesi.

In 55mila prenderanno il treno, più di 10mila l'aereo con la riapertura - esclusi i voli internazionali e per Pechino - del Wuhan Tianhe, lo scalo cittadino. E i dati non comprendono le tante auto che già dalla serata italiana di ieri erano in fila a caselli.

Mentre Wuhan riparte, Pechino è alle prese con i timori su una seconda ondata di contagi. Ieri ne sono stati registrati 62, di cui 59 importati (saliti in totale a 1.042) e tre domestici, due in Shandong e uno in Guangdong. Segnalati anche due decessi, uno a Shangai e uno nell'Hubei, la provincia di Wuhan.

I casi sono nel complesso 81.802: 1.190 in trattamento,77.279 guariti e 3.333 morti.

E proprio per via dei contagi di ritorno il governo ha varato il lockdown a Suifenhe, città di 60mila abitanti sul confine russo, dove si è registrato il picco giornaliero di 25 casi, tutti importati dalla Russia. I residenti sono obbligati a stare nei compound residenziali, solo una persona per famiglia potrà uscire ogni tre giorni per acquistare beni di prima necessità.

(Unioneonline/L)
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