Quando gli inquirenti hanno chiesto loro perché hanno sottoposto un bimbo di appena tre anni a ripetuti maltrattamenti, massacrandolo di botte fino a ucciderlo, hanno dato una risposta da far gelare il sangue nelle vene: "Perché era troppo monello".

È una storia sconvolgente quella che arriva dal Brasile, precisamente da Parelheiros, nella periferia Sud di San Paolo.

Qui un'intera famiglia è stata arrestata per omicidio, dopo che un bambino - Victor Adriano Pereira da Cruz - è morto in ospedale a causa di gravi ferite.

Si tratta della madre, dei due nonni e di due zii del piccolo. Quest'ultimo è arrivato in pronto soccorso con alcune lesioni, provocate - hanno detto inizialmente i parenti - "da una brutta caduta".

Ma i medici hanno presto scoperto che sotto c'era ben altro. Del caso è stata dunque informata la polizia, che ha avviato una serie di indagini che hanno portato a fare luce su una raccapricciante realtà.

Il bimbo, con sintomi visibili di denutrizione, aveva segni di percosse su tutto il corpo, alcuni dei quali risalenti a parecchio tempo prima del ricovero.

Indizi evidenti delle botte che era costretto a subire a casa. Sberle, calci e persino cinghiate, che lo hanno infine condotto alla morte.

Come detto, sotto interrogatorio la madre e gli altri quattro arrestati hanno provato a giustificarsi sostenendo che i loro erano solo "castighi" per il comportamento turbolento del piccolo, che avrebbe compiuto 4 anni il prossimo marzo.

Ora sono finiti tutti in carcere, in attesa di essere processati.

(Unioneonline/l.f.)
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