Come tanti soldatini. Tutti fedeli a Recep Tayyip Erdogan, che sta bombardando il Rojava, la regione del Nord della Siria in mano ai curdi, che hanno sconfitto l'Isis e sottratto ai terroristi la loro capitale siriana, Raqqa.

Già i calciatori turchi che militano in Italia hanno fatto discutere con alcune uscite sui social.

Lo juventino Demiral ha scritto: "La Turchia ha 911 chilometri di confine con la Siria. Questo è un corriodio di terroristi, il Pkk e l'Ypg sono stati responsabili della morte di circa 40mila persone, incluse donne bambini e neonati". Mettendo sullo stesso piano un'organizzazione paramilitare come il Pkk e un esercito regolare come l'Ypg. "La missione della Turchia - ha scritto ancora - è quella di prevenire la creazione di un corridoio del terrore sui nostri confini meridionali". Poi l'hastag #OperationPeaceSpring, il nome in codice dell'attacco turco.

Poi è arrivato il turno di Under. Lui non ha scritto nulla: ha postato la foto di una sua esultanza (il saluto militare) in maglia giallorossa e l'ha corredata con tre bandiere della Turchia.

Apriti cielo. Entrambi i giocatori sono stati presi d'assalto su Twitter. Molti romanisti hanno scritto a Under: "Togliti quella maglia prima di fare certe cose".

Poi è arrivata la partita della Nazionale. Match di qualificazione a Euro 2020, la Turchia a Istanbul ospita l'Albania, e un gol di Tosun al 90' regala la vittoria ai padroni di casa.

I calciatori, per festeggiare il gol, si sono messi uno accanto all'altro di fronte alla curva gremita e hanno fatto il saluto militare, evidenziando il loro appoggio alla guerra scatenata dal presidente Erdogan. come dei soldatini. In prima fila lo juventino Demiral e il milanista Calhanoglu.

(Unioneonline/L)
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