Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata a un anno e sei mesi nel processo con rito abbreviato per i fatti di piazza San Carlo, dove il 3 giugno 2017, quando durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, una serie di ondate di panico tra la folla portò a 1.600 feriti e in seguito alla morte di due donne a causa delle lesioni subite.

Gli imputati nel processo sono cinque e per tutti loro la condanna è stata a 18 mesi. La sentenza del gup Maria Francesca Abenavoli riguarda, oltre ad Appendino, l'ex capo di gabinetto del Comune Paolo Giordana, l'allora questore Angelo Sanna, l'architetto Enrico Bertoletti e l'ex presidente dell'Agenzia Turismo Torino, Maurizio Montagnese.

Un sesto imputato, Danilo Bessone, esponente di Turismo Torino, ha chiesto e ottenuto di patteggiare un anno e sei mesi. Tutti hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Le accuse mosse dalla procura erano disastro, lesioni e omicidio colposo.

"C'è amarezza, pago un gesto fatto da altri", ha commentato Appendino, "accetto e rispetto la decisione del giudice, anche per il ruolo istruzione che ricopro, ma non posso non nasconde una certa amarezza perché c'è un sindaco che sostanzialmente paga per un gesto folle di alcuni ragazzi che sono già stati condannati anche in appello".

"Sono stati fatti imprevedibili, non c'è alcuna responsabilità", ha aggiunto il suo legale, avvocato Luigi Chiappero.

(Unioneonline/F)
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