Sale a 1,5 l'indice Rt in Italia (in Sardegna 1,16) e l'Istituto superiore di sanità non nasconde la preoccupazione invitando tutti a stare a casa, per quanto possibile.

Il quadro è "complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane", scrive l'Iss nel monitoraggio settimanale (qui il bollettino di oggi).

Ecco perché "è fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie".

L'epidemia è in rapido peggioramento, dicono gli esperti, e per questo "sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità".

I FOCOLAI - Guardando ai focolai sono complessivamente 7.625 quelli attivi, di cui 1.286 nuovi, numero per la prima volta in undici settimane in diminuzione (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi di cui 1.749 nuovi).

"Questa diminuzione è probabilmente dovuta al forte aumento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare un link epidemiologico. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (106/107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%) che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale e non il reale motore dell'epidemia".

I CONTAGI A SCUOLA - Aumentano i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione): "È tuttavia chiaro che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste".

GLI OSPEDALI - Questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (7.131 vs 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva nei giorni 18/10 e 11/10, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni e Province autonome sopra il 10%.

Se l'andamento mantiene il ritmo attuale, "esiste una probabilità elevata che numerose Regioni/PPAA raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo".

REZZA: "LIMITARE LE USCITE" - Alla luce dell'attuale situazione epidemiologica, "è importante limitare le uscite da casa allo stretto necessario", ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza: "Fondamentale continuare a tenere comportamenti prudenti, quali il distanziamento fisico, l'uso costante delle mascherine e il lavaggio delle mani".

(Unioneonline/D)
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