Volare è un sogno che si insegue sin da bambino. Non solo passione, ma anche determinazione e ostinazione per ottenere il brevetto che consentirà di pilotare un aereo o un elicottero. "Molte Aquile ho visto in volo - Vite straordinarie di piloti" è più che un libro, un gesto d'amore che Filippo Nassetti ha voluto dedicare al fratello Alberto, morto 25 anni fa in un incidente aereo. Alberto era una persona speciale: a 23 anni fu assunto dall'Alitalia come pilota civile. Due anni dopo scoprì di avere un tumore al cervello ma niente riuscì a fermare quella passione, la sua fame di volo. Fu operato e tornò ai comandi di un aereo: è stato il primo pilota al mondo a rientrare in servizio dopo aver subito un'operazione al cervello. L'unica limitazione era la visita medica all'Istituto di Medicina aeronautica di Roma da ripetere ogni sei mesi. Poi la tragedia. Il 30 giugno 1994 la possibilità di andare in Francia per partecipare ad un volo di collaudo del nuovo Airbus A330. Erano in sette sull'aereo: due piloti, tra cui il capo collaudatore inglese, un tecnico di volo, due piloti italiani (Alberto e il suo collega e amico Pier Paolo Racchetti) e due funzionari di Airbus. L'aereo si schiantò subito dopo il decollo. Morirono tutti nello schianto. "E' un libro sulla vita di mio fratello e non sulla sua morte", precisa l'autore. "Volevo parlare della determinazione, degli occhi fissi sull'obiettivo". Nel libro c'è anche una parte dedicata ad Alghero. "Alberto si è formato nella scuola di volo Alitalia nel 1988, arrivando primo del suo corso".

Vite straordinarie di piloti - "Alberto morì molto giovane, a 27 anni, in Francia (Tolosa). La narrazione della vita di Alberto è inframezzata con quella di Pier Francesco, il figlio di Pier Paolo Racchetti, che era l'altro pilota italiano che era con Alberto a Tolosa. A Pier Francesco, che non ha mai conosciuto il padre essendo nato un mese dopo l'incidente, da genitore gli ha fatto invece un altro comandante che la madre (una assistente di volo) ha sposato qualche anno più tardi. Anche i due nonni paterni (i padri dei due padri) erano due piloti e oggi Pier Francesco è un primo ufficiale Ryanair".

- Strade di vita che si incrociano "Le storie di Alberto e Pier Francesco procedono in senso inverso: Alberto dall'infanzia a uomo, Pier Francesco da uomo a bambino. Così alla fine le due storie si toccano, dove una finisce l'altra inizia, in una sorta di passaggio di testimone".

Storie di piloti e storie di avventure - " Ce ne sono cinque molto significative come: Dino, pilota che nel tempo libero fa soccorso alpino calandosi dall'elicottero e che nell'Hymalaya ha salvato la vita a due alpinisti australiani; Marco, pilota con la passione dell'Africa che ha fondato una onlus per costruire pozzi d'acqua potabile nel Mali (ne ha già realizzati 30); Tullio, pilota navigatore, che ha provato il record del mondo in catamarano dal Senegal a Guadalupe, uomo di cielo e di mare; Francesco, pilota che ha subito amputazione della gamba per un incidente in moto ed è tornato a volare (primo caso di amputato in Europa); Antonino pilota ex Frecce tricolori che era a Ramstein il giorno del famoso incidente e racconta come ha superato quello shock".

© Riproduzione riservata