Scalpitava per tornare in Serbia. Così, a confini riaperti, il 18 giugno si è messo sul suo furgone con un operaio ed è partito da Vicenza per una trasferta di lavoro. L'uomo è un dirigente della Laserjet, azienda che produce lamiere e acciai e conta circa 170 dipendenti.

In quei giorni è entrato un contatto con un 70enne serbo malato e sintomatico (che oggi è morto, a quanto ha detto il governatore veneto Luca Zaia), finendo per infettarsi. Rientrato due giorni dopo, è ripartito il 23 per Medjugore con altri due operai.

Risultato finale, tutti positivi e lui intubato in un ospedale di Vicenza, in gravi condizioni.

Una ricaduta pesante, per quel Veneto che più brillantemente delle altre regioni del Nord sembrava aver superato l'emergenza. Ci sono 89 persone in quarantena, altre centinaia che vanno sottoposte a tampone, e altri piccoli focolai sono nati in Regione, dove l'indice Rt è salito sopra la fatidica soglia di 1 secondo gli ultimi dati del monitoraggio dell'Iss.

Questo per il comportamento del dirigente, che ha fatto infuriare Luca Zaia. L'uomo, racconta il Corriere, ha infatti accusato i sintomi non appena tornato dalla Serbia: febbre a 38, malessere, inappetenza e tosse. Eppure ha continuato a fare la sua vita, incontrando gente, andando a un funerale (dove avrebbe persino abbracciato la vedova) e a un'affollata festa di compleanno, dove a quanto pare se ne sarebbe stato in disparte e all'aperto.

Poi ha deciso di farsi un tampone. Positivo. Lo hanno trasferito all'ospedale San Bortolo di Vicenza, ma lui si è rifiutato: "Preferisco tornare a casa". Non si è neanche sottoposto all'isolamento domiciliare. Infine, dopo tre giorni di insistenze (è intervenuto anche il sindaco del sua paese) si è ricoverato. E le sue condizioni ora sono gravi.

Un viaggio e un mancato ricovero che stanno costando tantissimo a questa terra, che già molto ha pagato in termini di vittime. Tanto che Luca Zaia si è infuriato, ha denunciato il manager alla Procura e ha promesso regole più stringenti sull'obbligo di quarantena per i positivi. "C'è bisogno di inasprire le pene. Io sarei per la carcerazione, o il Tso. Non si può mettere deliberatamente a repentaglio la salute delle persone".

(Unioneonline/L)
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