Continua a tenere banco il dibattito sulla riapertura dei confini tra le regioni e sul via libera agli spostamenti a partire dal 3 giugno.

Al centro della discussione restano le modalità per concedere l'ok e le garanzie che cittadini e viaggiatori dovranno presentare per ottenere il semaforo verde.

In Sardegna la Regione punta sul cosiddetto "passaporto sanitario", ovvero una sorta di certificato di negatività al coronavirus da presentare all'arrivo nell'Isola, basato sugli esiti di un tampone recente. Una proposta che, però, non trova condivisione.

Sull'ipotesi ieri è intervenuto anche il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, ribadendo che su quando e come ci si potrà tornare a spostare tra le regioni l'ultima parola spetta "allo Stato".

Per il momento, nessuna fuga in avanti. E sull'argomento è arrivata anche la precisazione del ministro della Salute Roberto Speranza, ribadendo che - fino al 2 giugno - gli spostamenti restano vietati, anche se eventuali deroghe possono essere concesse dai governatori solo nei casi di "assoluta necessità".

Tornando agli scenari post 3 giugno, ancora Boccia ha precisato che "riaprirà solo chi ha i numeri in regola: se una regione è a basso rischio, probabilmente sarà consentito lo spostamento.

E se è ad alto rischio, di sicuro non potrà ricevere ingressi da altre regioni. Ma speriamo non sia così".

Ma come detto, il passaporto sanitario su cui punta il governatore sardo Christian Solinas appare al momento una strada difficile da percorrere.

Villa Devoto pensa anche a test salivari per verificare la positività. Che, però, non sono ancora in commercio. "Quelli dell'azienda farmaceutica toscana Menarini sono in via di validazione - ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu - poi ci sono quelli della lombarda Insubria, ma ce ne sono anche all'estero". In ogni caso, i primi a risultare disponibili dovrebbero essere quelli della Menarini. "Sono test salivari e diagnostici, sostitutivi del tampone", ha precisato Nieddu. Il costo sarebbe di 25 euro circa, da riasdorbire, ha dichiarato ieri il

presidente Solinas, "sotto forma di servizi alberghieri o del circuito regionale". Insomma, pagamento anticipato da parte del turista che sceglierà l'Isola per le sue vacanze ma poi 'rimborsato' con un voucher.

Da quanto trapela, però, a Roma si starebbe pensando piuttosto ad altre opzioni: autorizzare spostamenti solo tra regioni con lo stesso indice Rt (l'ormai famoso tasso di contagiosità), oppure dare l'ok solo a chi ha effettuato un test sierologico nei giorni immediatamente precedenti alla partenza.

Ma resterebbe sul piatto anche l'opzione della semplice e prudente "quarantena", che però cozzerebbe con le esigenze di viaggiare per turismo.

Un rebus insomma, che verrà sciolto solo nei prossimi giorni.

(Unioneonline/l.f.)
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