"Io sto con le donne e i loro neonati".

Inizia così la lettera che Maria Ida Della Barba, ostetrica di Roma, scrive a tutte le donne che il destino ha voluto che affrontassero il parto proprio ai tempi del coronavirus.

''Assisto alla potenza, la verità, il misticismo, la crudezza dell'evento più incredibile al mondo: una donna fatica, suda, piange, impegna e tende ogni muscolo. Lo sguardo diverso e soprattutto il respiro diverso. Le dico 'forza', ti do la forza, respira. Inspira profondamente e butta fuori tutta l'aria con calma, dai, fallo addosso a me, ti sostengo io, sono qua, ti sto aiutando'' scrive Maria Ida.

Oggi l'atmosfera che si respira in sala parto è diversa, tra le mascherine e le distanze di sicurezza da mantenere.

Oggi, continua Maria Ida, ''le ostetriche appassionate, quelle entusiaste e forti, stanno cercando di restare con le donne e i bimbi nonostante la paura di infettarsi con un respiro, quei respiri che non si possono risparmiare, né spezzare. Le ostetriche devono e vogliono restare molto vicino ma a volte hanno paura. Sono abituate ad abbracciare, massaggiare, stare ad un palmo dal naso (o meno) con le mamme e anche con i bambini appena nati''.

Nella normalità in sala parto ''le goccioline prodotte con la respirazione erano l'ultimo dei nostri problemi (abituate a ben altro)''. Oggi, però, ''la pandemia ha rivoluzionato molte cose ma, mie care donne, per me e per tante come me, quello che ci regalate permettendoci di assistervi mentre date la vita è quello che ci dà perfino la forza di rischiare la nostra: il desiderio di essere lì con voi, di esserci al meglio ed essere tutrici dei vostri diritti è ciò che ci muove''.

In questo momento così difficile "vogliamo assicurarvi la compagnia del vostro partner, vogliamo aiutarvi a proteggere i vostri figli allattandoli e tenendoli sempre con voi pelle contro pelle, vogliamo separarli dalla loro placenta solo quando questa avrà smesso di nutrirli, vogliamo proteggervi da pratiche non necessarie o dannose. Noi ci siamo, non abbiate paura lasciatevi andare, siate serene, fidatevi di noi. Aiutateci a sostenere i vostri diritti e andrà davvero tutto bene''.

"Per noi - scrive l'ostetrica - non è facile, così abituate a sorridervi, sapere che non ci vedrete il volto per via di una mascherina ma lo faremo con gli occhi; e non è facile, così abituate al tocco e al massaggio, cercare di indossare sempre guanti e farvi sentire lo stesso il nostro calore ma lo facciamo e lo faremo ancora. Voi aiutateci a sostenere sempre i vostri diritti. Lottate con noi''.

Infine, un appello alle tante colleghe ostetriche: ''Cerchiamo di non cavalcare l'ondata di fobia, imponendo pratiche retrograde e dannose pensando di proteggere noi stesse. Teniamoci aggiornate, soprattutto adesso. E dove non ci sono studi, per favore mettete l'intuito. Ragioniamo. Dobbiamo avere mamme e bimbi forti (anche mentalmente), lavoriamo per ottenere salute. Come? Pensare alla fisiologia e seguire l'istinto, sempre, perché una brava ostetrica lo sa e se non lo sa lo sente''.

(Unioneonline/D)
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