Grande commozione a Rigopiano, in provincia di Pescara, a tre anni dalla tragedia dell'hotel di Farindola, travolto e distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017.

Per il terzo anno consecutivo i familiari delle 29 vittime si sono ritrovati sul luogo del disastro per commemorare i propri cari. Dopo la deposizione dei fiori davanti al totem dell'albergo, c'è stato un momento di preghiera e di raccoglimento; poi ai parenti è stato permesso di entrare nell'area della valanga e in cui un tempo sorgeva il resort. A seguire una processione, con 29 fiaccole accese, che dal bivio Mirri tra Rigopiano e Farindola ha raggiunto la chiesa parrocchiale di San Nicola Vescovo per la messa.

"Il dolore è sempre vivo. Sono tanti i sentimenti che si alternano tra loro: dolore, rabbia, sgomento e frustrazione - ha commentato Gianluca Tanda, portavoce del Comitato delle vittime di Rigopiano -. Sono tanti i sentimenti che proviamo in questi momenti e non sempre sappiamo gestirli al meglio. Oggi, però, il dolore prevale su tutti gli altri. Il giorno dell'anniversario deporre i fiori sul posto dove sono morti i nostri cari è qualcosa di indescrivibile, che non è possibile raccontare. Sentire quell'odore di purezza, quel silenzio, è qualcosa che non riesco neanche a descrivere".

Nella chiesa di San Nicola sono presenti anche l'attuale sindaco Ilario Lacchetta e il suo predecessore Massimiliano Giancaterino, entrambi imputati nel processo madre sulla tragedia.

IL DIPENDENTE SOPRAVVISSUTO - "C'è sempre un grande dolore, viviamo il dolore tutti i giorni. Io sono stato un miracolato: dei dipendenti che stavano lavorando sono l'unico superstite. Sono stati cinque giorni infiniti e vivevo giorno per giorno nella speranza di trovare più gente viva possibile". Lo afferma Fabio Salzetta, uno dei dipendenti dell'hotel Rigopiano, scampato alla tragedia della valanga. Tra le vittime c'è sua sorella Linda, anche lei dipendente dell’hotel. Per giorni, Salzetta rimase sul posto, forte della sua conoscenza della struttura, impegnandosi senza sosta per aiutare i soccorritori a cercare i dispersi. Alla domanda su cosa si aspetti dalla giustizia, il giovane risponde: "Speriamo, appunto, la giustizia. Che vengano fuori i colpevoli per quello che non è stato fatto per evitare 29 vittime", conclude.

(Unioneonline/M-L)
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