Le funi in acciaio dentro i tiranti del pilone 9 del Ponte Morandi, crollata lo scorso 14 agosto, provocando la morte di 43 persone, avevano un grado elevato di corrosione.

Lo hanno scritto i tre periti del giudice per le indagini preliminari Angela Nutini nella loro relazione del primo incidente probatorio, nell'ambito dell'inchiesta sulla tragedia del viadotto genovese.

Gli esperti hanno esaminato le condizioni di conservazione e manutenzione dei manufatti non crollati e delle parti precipitate.

"Il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%", si legge nel documento, che conta oltre 70 pagine.

Nel dettaglio, sembra che il 19% di cavi di acciaio fosse completamente corrosi, 22% avesse una riduzione di sezione del 75%, poi il 27% ne avesse una del 50% e, infine, il restante 18% presentasse una riduzione di sezione del 25%.

I periti hanno inoltre riscontrato "difetti esecutivi" rispetto al progetto originario e degrado e corrosione di diverse parti dovuti alla "mancanza di interventi di manutenzione significativi". Gli unici lavori considerati realmente efficaci sarebbero stati realizzati 25 anni fa.

(Unioneonline/F)
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