A Palermo eravamo in piena notte, a New York alle 9 di sera, quando è partito il blitz che ha coinvolto più di 200 uomini della Squadra Mobile di Palermo, del Servizio Centrale Operativo della Questura e dell'Fbi, che hanno dato esecuzione a 19 provvedimenti restrittivi disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo nei confronti di altrettanti "esponenti e sodali del mandamento mafioso di Passo di Rigano".

Associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. Queste le accuse contestate a vario titolo agli indagati.

Sequestrato, tra beni mobili, immobili e quote societarie, un patrimonio da tre milioni di euro.

"New connection" è il nome dell'inchiesta che ha bloccato il ritorno di storiche famiglie mafiose, quelle sconfitte dai corleonesi di Salvatore Riina: i Gambino di New York e gli Inzerillo, clan decimato negli anni '80 dalla guerra di mafia scatenata dai corleonesi, che aveva ricostruito la sua roccaforte nel comune di Passo di Rigano (Palermo).

Gli Inzerillo sopravvissuti, che ai tempi erano scappati via dall'Italia, sono rientrati nei primi anni duemila e hanno ricostruito le file della famiglia, anche grazie agli accordi raggiunti con i clan rivali.

Tra gli arrestati ci sono Francesco e Tommaso Inzerillo, fratello e cugino di Totuccio, storico boss ammazzato dai corleonesi.

"Gli scappati" li chiamavano, come si evince da un'intercettazione in cui Tommaso Inzerillo, parlando con un mafioso residente in America, ricordava la sua fuga negli States.

"Qua siamo tutti bloccati, ora vediamo con questa morte (quella di Riina, ndr)", diceva. E poi, un rimpianto per quella guerra di mafia persa: "Se avessero ucciso solo mio cugino e fosse rimasto vivo Stefano (Bontade, ndr)...", diceva, riferendosi alla possibile vendetta che il capomafia di Villagrazia trucidato da Riina avrebbe messo in atto. "Quello li azzerava, centoventi picciotti erano con lui".

Un patto di ferro, un asse tra Cosa Nostra siciliana e i clan d'oltreoceano. Tra i Gambino e gli Inzerillo. Questi ultimi in particolare controllavano ogni attività nel paese di Passo di Rigano: dalla fornitura alimentare all'ingrosso, dalla gestione dei giochi alle scommesse online.

In manette è finito anche il sindaco di Torretta (Palermo) Salvatore Gambino, ritenuto dagli inquirenti "a disposizione" del clan mafioso.

(Unioneonline/L)
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