"Sono io uno dei due italiani che ha partecipato con Savoini all'incontro all'Hotel Metropol di Mosca".

Gianluca Meranda, avvocato con simpatie per Metteo Salvini, ora sarà convocato dalla Procura, dopo gli accertamenti per verificare che fosse davvero lui l'uomo presente durante la trattativa sulla compravendita di petrolio che ha inguaiato la Lega.

Nella riunione si sarebbe parlato di un affare legato all'acquisto di petrolio a prezzo scontato per far arrivare - queste le ipotesi investigative - sospetti "fondi neri" per 65 milioni alla Lega e altro denaro come presunta "stecca" per i partner moscoviti.

La Procura di Milano indaga per corruzione internazionale, l'unico indagato per ora è Gianluca Savoini, le cui parole sono finite nelle registrazioni pubblicate da Buzzfedd che tanto scandalo hanno destato in Italia.

Meranda, cofondatore di uno studio legale con una sede a Roma e una a Bruxelles, ha detto di essere "il banchiere Luca" di cui si parla nella registrazione, che è finita agli atti dell'inchiesta.

Avrebbe partecipato al vertice in qualità di "Genral Counsel di una banca d'affari anglo-tedesca interessata all'acquisto di prodotti petroliferi di origine russa". "I restanti interlocutori - ha detto ancora Meranda - sono professionisti che a vario titolo si occupano di questa materia. Come spesso accade in questo settore, la compravendita non si perfezionò".

Respinge qualsiasi illecito, Meranda: "Salvini non c'era, escludo che sapesse qualcosa di questo incontro. Il leader della Lega l'ho incontrato in occasioni pubbliche, ma non per motivi professionali".

La Procura sta valutando una rogatoria sui flussi finanziari Italia Russia e controlli sui conti correnti dei protagonisti di questa vicenda. I cui contorni sono ancora molto indefiniti, ma una cosa è certa: sta facendo innervosire, e non poco, Matteo Salvini.

"Parlo di vita reale e lascio che le indagini facciano il loro corso con la massima tranquillità", dichiara ancora oggi il vicepremier. Il quale fa anche sapere che "non andrà in Aula a parlare di supposizioni e fantasie", come chiesto dal Pd.

La linea del ministro è dissociarsi da Savoini, quasi fingere di non conoscerlo, anche perché le parole registrate non si possono negare.

(Unioneonline/L)
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