"Potevo anche morire". Ha deciso di svelarsi Dimitri Evtushenko, il giovane di Carbonia originario dell'Est Europa vittima di un brutale pestaggio da parte di un minorenne della cittadina del Sulcis che gli ha sferrato un pugno e un calcio alla testa.

E con un post sul profilo Facebook de L'Unione Sarda è arrivato lo sfogo: "In una settimana di cure - ha spiegato - nessuno mi ha chiesto scusa". Intanto proseguono le indagini da parte dei carabinieri che anche attraverso il video girato durante l'aggressione una settimana fa sotto i portici di piazza Matteotti e diffuso attraverso i social.

Il 23enne è finito all'ospedale di Sassari per gravi lesioni alla mandibola e ha rischiato di avere serie conseguenze a un nervo facciale. Ora è fuori pericolo ma ancora molto scosso.

Stando al suo racconto, ha incontrato il minorenne per parlare, forse per chiarire dissapori tra altri giovani. Ma poi è arrivato il pugno e dopo il calcio. Di sicuro non si è trattato di un'aggressione per futili motivi e non a sfondo razziale.

"Voglio solo che la gente capisca, che i genitori vedano che figli crescono: apra gli occhi sia l'aggressore, chi ha girato il video, chi era seduto a tavolino, chi in piedi per guardare, chi mi dà un colpetto prima che arrivi il calcio, insomma chi sapeva della premeditazione e non ha detto nulla per paura di ripercussioni: sono stato fortunato, potevo morire".
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