"Abbiamo messo in campo un'organizzazione impressionante, diamo risposte importanti, l'ospedale di Sassari ha fatto miracoli, ha salvato la città e il territorio".

Numeri alla mano, parla dalla trincea del Santissima Annunziata di Sassari il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera universitaria, Bruno Contu.

Nel mirino da inizio pandemia, il sistema ospedaliero del Capo di Sopra ha subìto una radicale trasformazione per affrontare l'emergenza Covid e restare fedele alla sua missione, "perché siano uno dei due hub della Sardegna, qui si continua a operare al cuore, a prendere in carico traumatizzati che arrivano da ogni parte dell'isola, a fare interventi di neurochirurgia", sottolinea. La sua è "una fotografia scattata dall'alto, una visione di insieme rispetto a quanto fatto, che impressiona anche noi operatori sanitari", afferma Contu.

"Abbiamo riconvertito sei reparti in reparti Covid", ricorda, elencando Pneumologia, Clinica medica, Neurologia, Urologia, Geriatria e Oncologia. "Abbiamo aperto due postazioni di Rianimazione, una da sei posti e una da tre - prosegue - ne stiamo attrezzando un'altra, dovesse servire siamo in condizione di attivarla in 24 ore".

Al Santissima Annunziata sono ricoverati 200 pazienti Covid, 22 in rianimazione. "Non è facile, servono risorse professionali, servono rianimatori, anestesisti - spiega - nei reparti abbiamo ovviato coinvolgendo medici di tutte le specialità, dagli oculisti ai neuropsichiatri, affiancati da internisti esperti".

Ma la rianimazione è un altro conto. "Stiamo facendo fronte ma, al contrario di quanto succedeva a inizio della seconda ondata, l'età media dei contagiati è aumentata e aumenta il numero di persone che necessitano della rianimazione", spiega ancora.

"Probabilmente bisognava dedicare al Covid gli ospedali più piccoli, sul territorio", dice senza polemica, aprendo anzi all'ottimismo. "Registriamo una lieve riduzione della pandemia - rivela - la curva inizia a deflettere". Tuttavia "per una struttura ospedaliera riconvertire così tanti reparti non è indolore - specifica - abbiamo dovuto ridurre alcune attività chirurgiche programmate, perché gli anestesisti e gli animatori li abbiamo presi un po' dappertutto e non è facile reperirne".

Ecco perché, insiste, "l'ospedale di Sassari ha fatto miracoli, rischiavamo di essere travolti e invece stiamo facendo l'impossibile".

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata