A 50 giorni esatti dal decesso, la salma di Gian Mario Mura ha fatto ritorno a Porto Torres. All'ingresso della chiesa di Cristo Risorto, gli amici hanno posto diversi palloncini giallorossi. Sono i colori della Roma, la squadra del cuore di Gian Mario, lo sfortunato ragazzo di Porto Torres morto il 19 marzo scorso, dopo terribili sofferenze, nella sua abitazione di Torbole, in provincia di Trento.

Gian Mario lavorava da un anno in una lavanderia industriale della zona. Intorno al 10 marzo aveva cominciato ad accusare febbre alta e mal di testa.

Per ben due volte si è recato al pronto soccorso di Arco. Non è mai stato ricoverato, anzi una volta ha fatto rientro a casa in taxi. Al telefono si lamentava spesso della sua malattia con la famiglia, specie con la sorella Manuela.

Dopo l'ultima disperata comunicazione, la sera del 19 marzo, il giovane è morto, da solo, senza nessuno che potesse aiutarlo. E' morto di meningite batterica, una malattia che a volte non lascia scampo. I tamponi effettuati per il Covid-19, uno anche dopo il decesso, avevano dato infatti esito negativo.

Sul decesso e sulle cure ricevute è in corso un'indagine della magistratura trentina.

Ma le peripezie del giovane turritano non sono finite qui. Il suo corpo è rimasto quasi 50 giorni in una cella frigo dell'obitorio di Riva del Garda. L'ennesima beffa, alla sua persona, alla famiglia e ai tanti amici, che hanno organizzato una colletta per il rientro della salma.

Finalmente nei giorni scorsi le autorità trentine hanno concesso il trasferimento. Stamattina il corpo di Gian Mario ha fatto rientro in nave a Porto Torres. I suoi funerali, celebrati da don Michele Murgia, si sono svolti a Cristo Risorto, tra pochi intimi, come le regole stringenti sull'emergenza Coronavirus impongono.

In molti hanno aspettato fuori, in religioso silenzio. Poi, tra la commozione generale, la bara è uscita dalla chiesa. Coperta anch'essa da un telo giallorosso.

A seguire il feretro mamma Antonina, suo padre e la sorella Manuela. Che all'uscita dal cimitero hanno eseguito un inchino di ringraziamento ai presenti. Poi la tensione si è sciolta in un applauso dei presenti.

Si chiude così la vicenda terrena di Gian Mario Mura. Aveva solo 23 anni. Oggi per Porto Torres è un giorno ancora più triste. Manuela trova la forza per ringraziare tutti: "Rivolgo ancora un grazie a tutta la collettività di Porto Torres, all'Amministrazione Comunale, all'agenzia funebre, agli amici di Gian Mario e ai vigili urbani, oggi molto comprensivi. Sono stati tutti fantastici. Non dimenticheremo mai i loro gesti di affetto".
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