È ufficiale: chiude i battenti la sede operativa della Soprintendenza Abap per le Province di Sassari e Nuoro, situata in via Ponte Romano a Porto Torres. Un altro pezzo della pubblica amministrazione cancellato dalla città, dopo gli uffici della Dogana, del Consorzio Industriale Provinciale (ex Asi), della sede dell'Autorità Portuale e dell'ufficio del Giudice di Pace.

La denuncia parte dalla coalizione politica dei gruppi di Impresa Comune, Partito dei Sardi, Sardegna Vera, Obiettivo Comune e i Riformatori Sardi: "La decisione della chiusura era nell'aria, tutto è iniziato con il trasferimento di una parte cospicua del personale a Sassari ed è proseguito per l'assenza di un turnover che non ha permesso di sostituire il personale che lasciava il servizio. Ci chiediamo però se da parte del Soprintendente, prima di prendere tale decisione, siano state intraprese iniziative per evitare la chiusura, con interpelli o richieste di immissione di nuovo personale".

La sede locale della Soprintendenza è stata istituita con apposito decreto ministeriale nel 1978, con l'assegnazione di 50 unità fra personale scientifico, tecnico e amministrativo. L'organizzazione garantiva sia la piena autonomia di funzionamento, sia l'efficacia dell'azione di tutela del patrimonio archeologico turritano sito nella città antica di Turris Libisonis. Il personale, coordinato dai direttori della sede che si sono avvicendati negli anni, ha fatto le più importanti scoperte degli ultimi quarant'anni nell'area urbana e periurbana di Porto Torres.

Il gruppo politico di Impresa Comune, Partito dei Sardi, Sardegna Vera, Obiettivo Comune e i Riformatori Sardi si chiede se l'attuale amministrazione comunale, pur essendo a conoscenza degli sviluppi, si sia attivata per evitare la chiusura. "Siamo informati del fatto che un rappresentate del Comune di Porto Torres, non tanto tempo fa, sia stato ricevuto dal Ministro dei Beni Culturali in persona, fatto sicuramente importante. Però, considerati i risultati, ci chiediamo di cosa abbiano parlato", sottolineano.

Altra preoccupazione nasce dall'assenza di notizie relative alla destinazione dei tecnici della Ales, la società in house del Ministero che attualmente svolge gli interventi di manutenzione e conservazione dei monumenti nell'area archeologica di Porto Torres con un investimento di circa 400mila euro all'anno. Come non manca la preoccupazione relativa ai controlli di prevenzione fino ad oggi attuati dalla Soprintendenza in occasione dei lavori pubblici, e per le richieste di finanziamento per le attività di conservazione e valorizzazione avviati dal personale scientifico e tecnico dell'Ufficio locale. "Riteniamo quindi sia inaccettabile considerare di far decollare un piano di sviluppo territoriale con la chiusura di una sede così importante - conclude la coalizione - pertanto invitiamo il Soprintendente a sospendere il provvedimento e ad attivare un tavolo politico aperto anche alle parti sociali per ricercare soluzioni alternative alla chiusura".
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