Uno strazio oltre le sue forze. Oltre la volontà di una figlia che ha a cuore il destino del proprio genitore. La battaglia di Maria Luisa Pani non si ferma, e grazie alla sua caparbietà è riuscita, seppure dopo vari tentativi, a comunicare con sua madre Pierina 81 anni, una delle ospiti di Casa Serena, risultate positive al Covid-19.

"Ora riesco a sentire mamma via telefono, perché non demordo, ci tento e ci ritento ogni giorno ma il servizio di videochiamata, che io ritengo opportuno è stato completamente ignorato" afferma Maria Luisa.

"Avevo ricevuto una chiamata dalla direzione di Casa Serena dove mi dicevano che comunque il servizio sarebbe stato attivato, e questo mi ha reso felice per tutti quegli anziani che finalmente avrebbero potuto sentire e vedere a distanza i loro cari. Invece trascorsa una settimana è arrivata la risposta negativa". Niente videochiamate dalla struttura.

"Siamo sotto organico - fanno sapere dalla casa di riposo - c'è una situazione di emergenza e servirebbe una persona incaricata a svolgere solo quel servizio, e inoltre l'Ats vieta di introdurre un telefono nell'area dei positivi".

Maria Luisa ogni giorno ci prova e ci riprova anche per sentire altre ospiti. "Lì dentro ci sono amiche che mi hanno adottato, si sentono sole e chiedono di poter parlare con qualcuno - spiega - e dopo aver preso d'assalto il telefono riesco a sentire mia madre quasi tutti i giorni con enorme difficoltà. Mi accorgo che è molto depressa, mi informano che clinicamente sta bene, ma psicologicamente è molto giù, è rassegnata e non riesce ad esprimersi".

Maria Luisa ha chiesto un supporto psicologico per gli anziani seguiti al momento da un'assistente sociale che contatta gli ospiti via telefono. "Pertanto l'unico modo per dare conforto ai nostri familiari sarebbe quello di vederci attraverso le videochiamate - ribadisce Maria Luisa - sistema che in altre strutture è stato adottato".

A rispondere alle telefonate è sempre un'operatrice che mette in contatto la figlia con la madre Pierina. Nessun contatto diretto con i medici.

"Il rapporto con gli operatori è strano, si presentano bardati e spesso gli ospiti non li riconoscono e si sentono in gabbia, lontani dagli affetti familiari - aggiunge - ma di fronte alla salute delle persone perché trovare tante difficoltà? Qui la gente muore senza vedere i propri figli e i propri nipoti. Sono persone deboli e vanno gestite in maniera diversa".
© Riproduzione riservata