Sarà l'avvocato di fiducia Maria Teresa Pintus a incontrare domattina nel carcere di Bancali il 38enne di Andria che venerdì scorso ha conficcato un tappo di penna nel viso di un agente di polizia penitenziaria.

Sabato però lo stesso detenuto, soggetto al regime 41 bis, in una telefonata concitata ai familiari ha sostenuto di avere subito un pestaggio da parte di una ventina di agenti e "di avere il petto insanguinato". Pintus, del foro di Sassari e Referente regionale dell'osservatorio carceri camere penali, mantiene il massimo riserbo sulla vicenda. "Prima di esprimere qualsiasi valutazione devo parlare col mio assistito. Lo farò con estrema attenzione domattina", sono le sue uniche dichiarazioni.

La sorella del detenuto, rintracciata questo pomeriggio telefonicamente ad Andria, dichiara: "Ci viene data la possibilità di telefonare a mio fratello una volta ogni due mesi, dal carcere di Trani. Mio fratello è in carcere da sette anni, ma mai lo avevamo visto così sconvolto e preoccupato. Vogliamo chiarezza, sapere le sue condizioni di salute e cosa sia effettivamente successo. Devo aggiungere - continua - con grande amarezza, che il 24 giugno gli è stato impedito di partecipare al funerale di suo fratello. Anche per questo si è ulteriormente abbattuto".

La vicenda assume quindi contorni molto delicati, nell'ambito di aggressioni subite da agenti nei mesi precedenti, più volte denunciate dal sindacato Sappe, ma anche di indagini in corso su altri presunti pestaggi avvenuti nel carcere di Bancali. Se ne saprà di più domani, al termine della visita in carcere dell'avvocato Pintus. Mercoledì anche il garante dei detenuti Antonello Unida si potrà recare a Bancali per parlare col detenuto.
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