C'è un terzo indagato, nell'inchiesta per il duplice omicidio di Davide e Massimiliano Mirabello, avvenuto domenica 9 febbraio, e l'occultamento dei cadaveri. Oltre a Joselito e Michael Marras, 52 e 27 anni, padre e figlio di Dolianova in carcere da dodici giorni, il pm Gaetano Porcu chiama in causa Stefano Mura, 42 anni, anche lui di Dolianova, dov'è conosciuto come "Micheletto": l'accusa è di favoreggiamento personale.

Momenti decisivi - Lunedì e ieri alcuni escavatori, su incarico dei carabinieri, hanno rivoltato le zolle di un terreno dell'uomo a Su Pranu, poco fuori dal centro abitato di Dolianova, a metà strada fra i due luoghi-chiave del giallo: Funtana Pirastu, dove è stato trovato sull'asfalto il sangue dei due fratelli calabresi, e Sa Funtana, dove è stata incendiata la loro auto. Si cercavano i corpi dei Mirabello ma non sono stati trovati.

"Micheletto" compare in diversi momenti decisivi della vicenda. Viene visto, insieme alla compagna, sul luogo del delitto pochi minuti dopo l'ora del delitto, e un mese dopo ammette di aver fatto sparire dalla scena del crimine un pugnale insanguinato che lui stesso aveva regalato tempo fa a Davide Mirabello: quattro giorni più tardi consegna l'arma ai carabinieri ma bruciata. Distrutta ogni traccia biologica.

Non solo: la sera di domenica 9 febbraio, sei ore dopo il delitto, di nuovo insieme alla compagna, Stefano Mura bussa alla porta del casolare dove viveva Massimiliano Mirabello. Alla compagna di quest'ultimo, Luana Piano, i due raccontano di essersi imbattuti in tracce di sangue poco distante. Tornano un'ora dopo: Luana Piano confida loro che Massimiliano e Davide non sono tornati a casa, la compagna di Stefano Mura le suggerisce che «forse Davide è stato accoltellato a una gamba o a una mano» da uno dei Marras.

Il coinvolgimento di un terzo uomo è ipotizzato dagli investigatori anche in un'altra fase del delitto: l'incendio della Polo dei Mirabello a Sa Funtana. Alcune telecamere hanno filmato un traffico di auto attorno al viottolo dove, intorno alle 19 di domenica 9 febbraio, è stata bruciata la Volkswagen. Auto che non sarebbero quelle dei Marras.

Stefano Mura è difeso dagli avvocati Gianfranco Trullu e Doriana Perra, mentre Patrizio Rovelli tutela Michael Marras e Maria Grazia Monni Joselito Marras.

Analisi concluse - Si sono frattanto concluse, nei laboratori del Ris, le analisi sui numerosi reperti raccolti nell'arco di un mese dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Dolianova e del Nucleo investigativo provinciale. Proprio da quegli esami è emerso l'indizio che il 20 marzo ha convinto il pm Gaetano Porcu a disporre il fermo dei Marras: la presenza di una traccia del sangue di Davide Mirabello su uno sportello della Fiat Panda utilizzata da Michael Marras e localizzata a Funtana Pirastu nel primo pomeriggio di domenica 9 febbraio, il giorno del delitto.

Ma gli scienziati dell'Arma sembrano aver ricavato informazioni decisive anche dall'analisi di altri reperti: fra quelli da cui gli investigatori si aspettavano più indizi ci sono un paio di guanti trovati a cento metri alla Polo incendiata e alcuni arnesi agricoli sequestrati ai Marras, fra cui una roncola.

Marco Noce

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