Ricerche durate oltre vent'anni, ma che a oggi non hanno portato a nessun risultato.

E così l'ultima speranza di poter conoscere la madre biologica, per Antonella Veri, 55enne di Assemini, è uscire allo scoperto e lanciare un appello.

"Vorrei poter dare finalmente un volto e un nome alla donna che mi ha fatta nascere", l'appello della donna.

Nata all'ospedale San Giovanni di Dio il 17 gennaio 1964, registrata all'anagrafe come Antonella Elvi, la donna non era stata riconosciuta ed era stata affidata al brefotrofio. Qui ha vissuto per quattro anni e mezzo, fino all'arrivo della famiglia adottiva di origine abruzzese che l'ha portata ad Assemini. Antonella si è rivolta anche al Tribunale di Cagliari ma, spiega, "la legge 184 del 1983 si avvale di una forte tutela e riservatezza".

Antonella nel tempo ha raccolto alcuni indizi sulla mamma, e ha scoperto che le sue origini "sarebbero barbaricine, Orune o Bitti".

La storia pare sia quella di una donna - che oggi dovrebbe avere meno di 80 anni - vedova in giovanissima età, e poi costretta a nascondere la gravidanza nata da una successiva relazione e rivelatasi probabilmente ingestibile.

Antonella, che ha sempre sentito il desiderio di conoscere la madre biologica, ha iniziato le sue ricerche a 24 anni, scrivendo anche a Chi l'ha visto ma scegliendo poi di non presentarsi in tv per non ferire la famiglia che l'aveva generosamente adottata.

Oggi, però, il desiderio di conoscere la madre biologica, diventato con gli anni sempre più grande, l'ha spinta a uscire allo scoperto, grazie anche al supporto dei social dove ha lanciato un appello, subito raccolto da numerose condivisioni e messaggi.

"Vorrei tanto abbracciarla", conclude.
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