Tra cavalieri e Fondazione è di nuovo scontro aperto, adesso persino la Sartiglia del 23 e 25 febbraio prossimi potrebbe essere a rischio.

L’associazione cavalieri ha deciso di non partecipare alla manifestazione d’interesse pubblicata dalla Fondazione Sartiglia. "La nostra partecipazione dovrebbe essere scontata, non condizionata a una manifestazione d’interesse", dicono i cavalieri.

Il bando per "il supporto tecnico per l’organizzazione della giostra, la selezione e individuazione dei cavalieri partecipanti, nonché all’assistenza tecnica degli stessi durante le fasi della manifestazione" è stato pubblicato il 17 ottobre e scade il prossimo 27 ottobre.

Ed è una novità assoluta di questa edizione dal momento che negli anni scorsi non c’era mai stata l’esigenza di un simile passaggio. Adesso invece il Cda della Fondazione ha deciso di cambiare rotta e per questioni di maggiore trasparenza ha optato per questo nuovo sistema.

In base al regolamento interno, infatti, se si forniscono contributi superiori ai 10 mila euro si è obbligati a passare dalla manifestazione di interesse quindi per i rimborsi ai cavalieri (in tre anni circa 150mila euro) serve questo passaggio.

La novità però non è andata giù ai cavalieri che lunedì sera, dopo una lunga assemblea, hanno deciso di non partecipare al bando. "La manifestazione d’interesse oltre a non essere una procedura obbligatoria, svilisce il ruolo dell’associazione inquadrandola alla pari di un mero fornitore di servizi", sostiene il presidente Ignazio Nonnis in un lungo documento che ripercorre gli ultimi mesi e le numerose riunioni con Gremi, sindaco e presidente della Fondazione per discutere del nuovo regolamento.

Alla fine si trova l’accordo, all’associazione viene riconosciuta per tre anni la delega a fornire l’elenco dei cavalieri partecipanti alla Sartiglia, poi l’imprevisto. "Siamo arrivati alla fine di ottobre senza definire gli aspetti pratici per la riuscita della manifestazione – aggiunge – come il regolamento e la pista per le prove. Ci si è arenati in un clima di diffidenza tra pareri legali e cavilli burocratici che dovrebbero costringere i cavalieri a chiedere di poter partecipare a quella manifestazione che loro hanno reso straordinaria dando lustro a Oristano nel mondo".
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