Nuove polemiche per l’ospedale di Ghilarza. Neanche il tempo di riaprire il pronto soccorso, dopo la chiusura forzata, che subito scoppia la polemica.

I sindacati Fimmg, Fismu e l’ordine dei medici di Oristano sostengono che "l’utilizzo delle guardie mediche per il pronto soccorso è illegittimo" e diffidano la Ats e la Assl di Oristano dal proseguire su questa strada.

Tutto nasce con la nota del 10 agosto scorso (firmata da Sergio Pili della direzione del presidio ospedaliero unico dell’Assl di Oristano) in cui si annuncia la riapertura del pronto soccorso, si indicano i turni per il mese di agosto e si comunica "l’inserimento dei medici di continuità assistenziale del punto guardia di Ghilarza nei turni diurni festivi, il sabato e i notturni di servizio per garantire la ripresa dell’attività del primo soccorso".

Per i sindacati però "le guardie mediche non hanno una formazione specifica per l’urgenza e, anzi per definizione assicurano la continuità dell’assistenza del medico di famiglia – spiega Alessandro Usai, segretario Fimmg -. Il servizio di pronto soccorso ha invece specificità particolari, è strutturato con personale formato per l’urgenza, con rapporto di dipendenza con l’Ats e con garanzie di tutela medico legale".

Inoltre la responsabile Fismu Anna Ria Ecca ricorda che "i medici della continuità assistenziale (guardia medica) non possono essere utilizzati per garantire servizi assistenziali di primo soccorso a meno che non ci siano precisi accordi regionali e aziendali che però non risultano siano stati sottoscritti".

Anche il presidente dell’ordine dei medici Antonio Sulis chiede l’apertura di un tavolo di trattativa e l’intervento dell’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu per evitare ulteriori problemi.

Il direttore generale dell’Assl Mariano Meloni subito puntualizza: "I medici della continuità assistenziale si occuperanno dei codici bianchi. I casi più gravi potranno essere affrontati con la consulenza del medico del reparto di Medicina come accadeva anche prima oppure se necessario trasferito altrove".
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